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CIBO & CULTURA

La storia della cucina italiana “custodita” a Pompei che continua ad ispirare i grandi chef

Il Governo celebra tra gli scavi la “Cucina Italiana Unesco” e l’affresco dell’“antenata” della pizza da cui è nata la “Pizza Pompei” di Gino Sorbillo

La storia della cucina italiana “custodita” a Pompei continua ad ispirare i grandi chef, tanto che la recentissima cronaca della scoperta dell’affresco, risalente a 2.000 anni fa, che ritrae un piatto che assomiglia ad un “antenato” della pizza negli scavi della Regio V del sito archeologico tra i più importanti al mondo, Patrimonio Unesco, che ha fatto il giro del mondo, si è già concretizzata in una nuova versione contemporanea di uno dei simboli della cucina made in Italy nel mondo, Patrimonio dell’Umanità con il riconoscimento Unesco dell’Arte tradizionale del Pizzaiuolo Napoletano, grazie alla grande creatività degli interpreti della ristorazione italiana: la “Pizza Pompei”, firmata dal maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, approdato nella Costiera Amalfitana con la sua nuova La Locanda della Canonica Pizzeria nell’Anantara Convento di Amalfi Grand Hotel, che combina le tradizionali tecniche di preparazione della pizza napoletana con ingredienti dell’antica epoca romana, tra cui verdure a foglia e acciughe, una rivisitazione moderna del Garum, la tradizionale salsa di acciughe, condita con noci, scorza di limone e olive, i cui resti sono stati ritrovati nella prima Officina-negozio con vendita diretta della storia proprio a Pompei. Dove, il 4 agosto, a pochi giorni dal lancio del treno Frecciarossa diretto Roma-Pompei, dovrebbero tornare il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e forse anche la Premier Giorgia Meloni, insieme ad altri Ministri e ospiti selezionati, per una cena-evento dedicata alla “Cucina Italiana Unesco” e all’“affresco della pizza” dal Ministero dell’Agricoltura.
Pompei si conferma un vero e proprio giacimento di archeologia “agroalimentare” che continua a svelare al mondo la bellezza della convivialità fin dai tempi degli antichi romani, rimasta “cristallizzata” sotto le ceneri della città sommersa dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. tra le cui rovine si contano qualcosa come 80 “botteghe alimentari”. E dove, oggi, la vite rinasce grazie a Mastroberardino che dai vigneti tra le rovine, produce il vino Villa dei Misteri, uvaggio di Aglianico, Piedirosso e Sciascinoso, con il Laboratorio di Ricerche Applicate del Parco, mentre, con le sue ricerche sulla cucina pompeiana, lo chef Paolo Gramaglia, una stella Michelin al ristorante President con vista sugli scavi, porta in tavola ricette dell’antichità e piatti che le reinterpretano, a partire dai “panis”, che erano prodotti a Pompei in ben 35 panifici e in 10 diversi tipi, dal Panis primarius al Panis siligineus, dal Panis artalaganus al Panis vulgaris. E ora, c’è anche la “Pizza Pompei”, che va ad aggiungersi alle straordinarie pizze d’autore del menù di Gino Sorbillo, vero ambasciatore della pizza italiana nel mondo, trasportando indietro nel tempo, in un’esperienza autentica e speciale a tavola.
Sulla candidatura da parte del Governo della Cucina Italiana nella Lista rappresentativa dei Patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità dell’Unesco, su proposta dei Ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e della Cultura Gennaro Sangiuliano, ufficializzata a marzo 2023, dopo la trasmissione all’Unesco da parte del Ministero degli Esteri del dossier - scritto dal professor Pier Luigi Petrillo, docente della Luiss che in passato ha curato anche le candidature della Dieta Mediterranea e dei Pizzaiuoli Napoletani - e l’iter di valutazione, la decisione dovrebbe arrivare nel 2025.
Un percorso iniziato nel 2020, su iniziativa di Maddalena Fossati, direttrice de “La Cucina Italiana”, fortemente sostenuto da chef del calibro di Massimo Bottura, Davide Oldani, Antonia Klugmann, Carlo Cracco, Niko Romito e Antonino Cannavacciuolo, e supportato da un Comitato scientifico di studiosi ed esperti di grande rilievo. Nell’attesa, la relazione tra cultura e cibo in Italia, come fenomeno identitario dello stile di vita italiano, la cui valorizzazione è tra gli obiettivi della candidatura, ha trovato l’ennesima conferma.

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