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AGRICOLTURA E SCIENZA

L’Italia è all’avanguardia nella biochimica che genera un business di oltre 10 miliardi all’anno

Così la Coldiretti, dopo il Nobel per la chimica 2018 assegnato al britannico Gregory P.Winter e agli americani George P.Smith e Frances H.Arnold
BIOCHIMICA, Coldiretti, Non Solo Vino
L’Italia è all’avanguardia nella biochimica che genera un business di oltre 10 miliardi

“L’Italia è all’avanguardia nella biochimica che genera un business di oltre 10 miliardi all’anno grazie a sistemi di ricerca e produttivi da primato a livello internazionale”. A dirlo la Coldiretti in riferimento al Nobel per la chimica 2018 assegnato al britannico Gregory P.Winter e agli americani George P.Smith e Frances H.Arnold, che hanno condotto la prima evoluzione diretta degli enzimi, utilizzati per fabbricare dai biocarburanti ai prodotti farmaceutici.

“In valore della bioeconomia Made in Italy - sottolinea la Coldiretti - è in forte crescita grazie alla biofarmaceutica (5,1 miliardi), alla biochimica (3 miliardi), al biodiesel (0,4 miliardi) e alle altre bioenergie (2,2 miliardi) secondo il rapporto 2018 sulla bioeconomia in Europa. Una crescita favorita dalle importanti sinergie che si sono create tra settori industriali fortemente innovativi e l’agricoltura nazionale. L’ultima esperienza in ordine di tempo è il l progetto “Go Card” Cardo presentato dalla Coldiretti tra gli esempi di ricerca ed innovazione in campo agricolo nell’evento della Rete Rurale Nazione e del Ministero delle Politiche Agricole. Il progetto - spiega la Coldiretti - mira a mettere a punto lo sviluppo della filiera innovativa della coltura del cardo usato nei processi di bioraffineria ma anche per sostenere ed integrare il reddito degli agricoltori nonché per produrre proteine vegetali che possono sostituire la soia utilizzata in zootecnica favorendo al contempo la riqualificazione ambientale dei territori”.

“Un esempio di economia circolare che - continua la Coldiretti - nasce dalla necessità di valorizzare i terreni marginali lasciati incolti nel tempo per la mancanza di redditività con una coltura a basso impatto ambientale. La conseguente erosione di terreni per abbandono dalla produzione agricola, sta portando con sé anche il rischio di interrompere il rapporto virtuoso tra agricoltura (produzione foraggere) e allevamento”. Il progetto vede Coldiretti come capofila e coordinatore insieme alle aziende agricole, Novamont, Scuola Superiore Sant’Anna, Istituto Zooprofilattico Sperimentale, Consorzio Re-Cord, Cacit e Center For Generative Communication.

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