02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024

NELLA MAPPA DEL TURISMO DEL VINO OLTRE 500 COMUNI. CENSIS: 6 MILIONI DI ENOTURISTI. SERVE PIU’ FORMAZIONE, TROPPO BASSA LA SPESA DEGLI ENTI LOCALI PER LE “STRADE DEL VINO”

Italia
Turisti in cantina

Sfiorano i 6 milioni gli appassionati di vino che, nel 2003, hanno visitato cantine e vigneti lungo i 10.000 chilometri delle “strade del vino” italiane, in comuni interni, se non marginali, e nell'arco di tutte le stagioni dell'anno: lo ha detto il presidente del Censis Servizi, professor Fabio Taiti, oggi, a Roma, per l’edizione n. 4 del “Rapporto annuale sulle strade e città del vino”, promossa dalle Città del Vino”.
La congiuntura per il settore enoturistico è giudicata dal presidente del Censis Servizi “potenzialmente positiva”: nel dettaglio, secondo il rapporto Censis, l'enoturismo in Italia è consolidato in poche mete classiche tra Langhe, Collio e Toscana ma si registra una positiva caoticità “da cantiere aperto” nelle zone vinicole emergenti e nella crescente azione normativa di tutte le Regioni che, ad eccezione di Marche e Sardegna, hanno legiferato sulle “Strade del Vino”: il Censis, in particolare, evidenzia come l’enoturista spende 10 in cantina e 50 nel territorio, creando quindi ricchezza fra diverse tipologie di operatori locali.
La scommessa delle 112 “strade del vino”, istituite in Italia, si sviluppa - ha sottolineato il presidente del Censis Servizi, Fabio Taiti – nella necessaria azione di “condensazione”delle oltre 500 Città del Vino e 325 comuni attraversati da Strade del vino”. Serve uno “spacchettamento dell'offerta turistica”, secondo Taiti, per far fronte al “fenomeno della disintermediazione”, che vede crescere il turismo “fai da te” e le prenotazioni su web e last-minute.
L’enoturista, evidenzia il rapporto Censis, sembra avviare una “riappropriazione dei propri denari e, non rinunciando a un po’ di vacanza, sceglie di rinunciare ai servizi dei tour operator”. Il Censis, poi, ha analizzato anche come il sistema del vino e del turismo collegato è una delle bandiere dell’Italia, un simbolo di grande magnetismo in grado di attrarre il ricco flusso internazionale di turisti “che comprano esperienze”. Il livello di spesa degli enti locali è, però, troppo basso: 1n milione di euro per oltre 100 “Strade del vino” in Italia.
Negli ultimi 2 anni la spesa per le strade del vino è raddoppiata ma è ancora troppo esigua: “Manca in particolare - ha commentato Taiti - la consapevolezza dei governatori locali del ruolo del turismo che il vino può costituire per l'economia turistica. Un ruolo che in botanica è la “gemma apicale” al cui dischiudersi si avvia una piena fioritura di tutta la pianta e quindi di tutti quei territori dell'interno che col paesaggio e con i vigneti possono attrarre turisti di tutto il mondo”. Sul fronte produttivo “il settore del vino risente - ha detto Taiti - di una “febbre da congiuntura ambigua” che sta però mettendo in evidenza un cambiamento di tendenza. Secondo i dati recentemente forniti da Mediobanca, i produttori continuano - e si registra anche una corsa alla crescita - ad effettuare imponenti investimenti in vigna e in cantina. I produttori nazionali inoltre accordano grande vantaggio competitivo agli investimenti sui vini che sono “diversi”, dando quindi, secondo il Censis, riconoscimento al valore dei vitigni autoctoni. La crescita della qualità dei vini italiani continua, crescita della qualità che, secondo l’Osservatorio Censis, sembra invece essersi arrestata nelle produzioni enologiche di altri paesi”.

L’opinione delle Citta del Vino
Più sostegno e formazione per il rilancio dell’enoturismo

"L'enoturismo ha bisogno di una decisa azione di rilancio con più formazione professionale ma anche nuove risorse pubbliche per consentire alle "Strade del vino " di mettere definitivamente a sistema la loro offerta turistica. Per non rimanere in mezzo al guado occorre una più efficace promozione di sistema, il miglioramento del sistema informativo e incentivi alle imprese che fanno accoglienza turistica.
Un segmento del turismo, come quello enogastronomico, che rappresenta l'unico elemento di vivacità nel panorama di crisi della nostra economia, deve essere sostenuto in ragione del fatto che può far crescere i piccoli territori del vino, e in particolare il Sud.
L'associazione nazionale delle Città del Vino raccoglie dal 1987, paesi e città che danno nome a un vino, che producono nel proprio territorio vini a denominazione di origine o che comunque sono legati al vino per storia, tradizione e cultura.
L'offerta ricettiva delle Città del Vino è di 4.075 alberghi per un totale di 141.854 posti letto; 1.485 aziende agrituristiche con 18.200 posti letto, 189 campeggi e villaggi, più tutti i servizi annessi: ristoranti, enoteche, cantine.
Particolarmente significativa è la quota di vigneti iscritti alle denominazioni d'origine Doc e Docg che ricadono nei territori delle Città del Vino.
Si tratta di circa 200.000 ettari vitati su circa 250.000 registrati a livello nazionale, praticamente 4/5 del totale italiano. Nei 540 Comuni associati vive una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti".

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli