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Olio d’oliva italiano, campagna 2019-2020 positiva, ma restano tante criticità, a partire dai valori

I dati Assitol: produzione italiana a 300.000 tonnellate. Bene il Sud, mentre Lazio, Toscana, Ligura e Garda sono in difficoltà
ASSITOL, ITALIA, OLIO D'OLIVA, Non Solo Vino
Olio d’oliva italiano, campagna 2019-2020 positiva, ma restano tante criticità

Con 300.000 tonnellate di olio, in crescita sul 2018, l’Italia saluta una campagna 2019-2020 sostanzialmente positiva, con il Belpaese che produce il 10% del totale mondiale, stimato sui 3 milioni di tonnellate. Ma sono tante le criticità per il settore, dal tema dei valori a quello di una produzione ampiamente insufficiente per soddisfare il fabbisogno interno, stimato sulle 500.000 tonnellate. Ecco gli atout del monitoraggio della campagna 2019 messi nero su bianco da Assitol. Che, a fronte di una situazione produttiva italiana nel complesso positiva, segnala come “episodi di meteo estremo e problematiche ancora irrisolte come la Xylella nel Salento hanno inciso negativamente sul settore. Dal punto di vista produttivo, l’Italia non è omogenea: mentre il Sud appare in grande ripresa, Lazio, Toscana, Liguria ed il Garda sono in sofferenza”.
Secondo le previsioni degli operatori di mercato, sottolinea Assitol, nel Mediterraneo la Spagna olivicola continuerà a correre (1.250.000 tonnellate), anche grazie a forti giacenze della campagna precedente. Seguono la Tunisia, con 330.000 tonnellate, la Grecia con 240.000 tonnellate, la Turchia con 160.000 ed il Portogallo con 130.000.
“La produzione mondiale di oltre 3 milioni di tonnellate, le importanti giacenze olearie, soprattutto in Spagna, e la stessa produzione italiana in crescita spiegano i prezzi bassi - sottolinea Assitol - del tutto normali in un mercato che può contare su quantitativi notevoli di materia prima e consumi in lieve flessione nei Paesi produttori. È, invece, preoccupante il fenomeno delle vendite sottocosto, che danneggia, proprio all’avvio della campagna olearia, l’intera filiera olivicolo-olearia e rende sempre meno redditizie le attività di produzione e confezionamento dell’olio d’oliva”.
“Dobbiamo ridare valore all’olio extra vergine - sottolinea Anna Cane, presidente del Gruppo Olio d’Oliva di Assitol - se vogliamo remunerare giustamente il nostro settore, occorre far leva sui consumatori, ai quali trasmettere la cultura di questo grande prodotto, convincendo così chi acquista a spendere il giusto”. In tal senso, i ragionamenti del Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, trovano sostegno in Assitol. “Se non si vince la sfida del valore - conferma la presidente degli industriali - il settore sarà perdente, non soltanto in casa, ma anche all’estero, dove la concorrenza è sempre più agguerrita e numerosa”.
Nonostante le tensioni internazionali, però, la storica propensione all’export delle aziende italiane è stata premiata. Secondo le stime Assitol, il 2019 ha registrato una sostanziale tendenza alla stabilità (+1,1%), con una leggera crescita sui mercati Ue ed un aumento più significativo nei Paesi Terzi. In Europa Germania, Francia, Regno Unito e Belgio sono i maggiori acquirenti di oli d’oliva, mentre a livello mondiale gli Stati Uniti si confermano il principale buyer dei nostri prodotti, seguiti dal Canada, Giappone e Australia.

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