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“ORGOGLIO LOCALE, FENOMENO GLOBALE”: A “VINO IN VILLA”, IL PROSECCO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE SI ANALIZZA. DA NUMERI AD AFFERMAZIONI NEL MONDO: DAL 2004 SI È REGISTRATO IL +98% D’EXPORT, CHE OGGI SI ATTESTA SUL 40% E +60% D’INCREMENTO DEL VALORE

La sua identità è locale ma il successo è divenuto “planetario”. Ed i numeri dell’area storica di produzione del Prosecco Superiore, Conegliano Valdobbiadene, parlano chiaro: negli ultimi 8 anni, si è registrato il +98% di export, che oggi si attesta sui 40% e + 60% di incremento del valore. E anche nel primo trimestre 2012, in piena recessione, si è registrata una crescita del 2,9% in volumi e 4% in valore. Con questi numeri “Vino in Villa”, festival internazionale del Conegliano e di Valdobbiadene, aperto con il convegno “Autoctono Cosmopolita”, ha analizzato il “fenomeno”, dai numeri alle sue affermazioni nel mondo.
Il segreto del suo successo è certo legato alle caratteristiche naturali di vino fresco, leggero e fruttato, come evidenziato dal moderatore Luciano Ferrero, ma anche alla capacità dei produttori di Conegliano e di Valdobbiadene, dove il lavoro è cultura e non un dovere.
I numeri del mercato internazionale
Grazie a questo mix di fattori, come ha spiegato Vasco Boatto, responsabile del Centro Studi del Distretto del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, nel 2011, il Prosecco è stato, in assoluto, lo spumante più performante del mondo, superando Champagne e Cava, con crescite a due cifre su tutti i mercati internazionali ed una crescita, dal 2003 ad oggi, di una media del 20% per anno. Tra i mercati più promettenti vi sono gli Stati Uniti, dove il valore delle vendite ha registrato una crescita di tre volte superiore rispetto allo Champagne. Se i numeri parlano già di un successo, la sfida per il futuro sarà pero dare valore alla differenza e la sfida è possibile. A confermarlo è Alan Tardi, giornalista di “The New York Times”, che ha evidenziato come il mercato americano sia oggi pronto a capire la differenza tra il Prosecco e quello prodotto nell’area storica, dove le colline diventano simbolo dello stile italiano del bello e buono.
Produrre in piccolo, pensare in grande
L’interesse del mercato mondiale per il “bello e ben fatto” è confermato da Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche, che ha dimostrato, dati alla mano, come il fenomeno glocal, oggi, sia multilocal, ovvero offra la possibilità di accedere ad esperienze di singoli territori su scala locale. Per i produttori di Conegliano e di Valdobbiadene, quindi, la sfida sarà aprirsi nella commercializzazione mondiale mantenendo il massimo localismo nella produzione.
Finzi ha dimostrato, quindi, come il mondo sia pronto per questo, come evidenziato dalla ricerca condotta su 28 Paesi. All’estero c’è una gigantesca richiesta di stile italiano: 80% dei cittadini del mondo reputa che l’Italia è leader del bello, ben fatto e buono e il 70% ambisce a consumare prodotti del made in Italy. Il 62% è disposto a pagare bene questo pregio e il 59% degli abitanti del mondo invidia la qualità della vita italiana. Nel caso del Prosecco Superiore di Conegliano e di Valdobbiadene Prosecco, poi, il valore non si limita all’italianità. Le sue caratteristiche intrinseche, infatti, lo rendono adatto all’abbinamento alle cucine del mondo, a patto che i produttori siano disposti a conoscere le culture e le tradizioni gastronomiche diverse, come affermato da Vittorio Castellani - Chef Kumalè, il quale ha selezionato per l’evento “Vino in Villa” le cucine giapponese e russa.
Info: www.prosecco.it

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