- Hugh Johnson, noto critico inglese e scrittore sul vino che nel suo ultimo libro, un’autobiografia “A Life Uncorked” (che esce a ottobre 2005), chiama Robert Parker un “absolutist”. Johnson trae il paragone tra Parker, il critico attuale con maggior influenza nel modo del vino, e il governo americano, chiamandogli entrambi “imperialisti”, suggerendo che entrambi tendono a voler dominare. Secondo Johnson, l’atteggiamento di Parker sembra più quella di una crociata evangelica invece di una critica obbiettiva. E continua Johnson - con questo “evangelismo”, sussiste il “bisogno” di convertire -“Robert Parker si occupa di assolutismi e castiga i “backsliders” cioè quelli che non la pensano come lui”. Secondo Johnson, le fondamentali differenze tra la sua filosofia di critica e quella di Parker sono che Parker crede che ci siano vini “better”, migliori, e vini “worse”, peggiori, e invece la filosofia di Johnson è basata sulla parola “different”, vini di diversa natura.
- Dagli Usa arriva il reportage annuale della Gallup Consumption Habits la quale dichiara che il 39% degli americani bevono più vino che qualsiasi altra bevanda alcolica, mentre i bevitori di birra raggiungono il 36% e quelli dei super alcolici raggiungono il 21%. Nel 2004, il 33% ha dichiarato di bere preferibilmente il vino, mentre il 39% disse che preferirono la birra. Queste piccole percentuali, di anno in anno, non si spostano di molto ma se torniamo indietro al 1992 vediamo una maggior flessione con il 27% dichiarando di preferire il vino come bevanda alcolica.
- Dalla Francia arrivano buone previsioni per la vendemmia 2005. Secondo le previsioni dell’associazione Onivins, quest’anno ci sarà un totale di circa 55 milioni di ettolitri di vino contro le 58 milioni di ettolitri del 2004. Un sospiro di sollievo dai produttori francesi che si trovano davanti ad una crisi, visto il presente trend del mercato che rileva un calo nel settore export e un calo anche nel settore del consumo nazionale. I produttori francesi che hanno richiesto la distillazione di crisi, stanno faticando a smaltire l’eccesso di vino prodotto dalla vendemmia del 2004.
- Christophe Guillot, proprietario di Domaines Jean Guillot a Bordeaux, è stato trovato colpevole per la morte di un suo operaio con la sentenza dichiarata questa settimana, della Corte francese. La sentenza di sei mesi è stata sospesa, ma la multa di € 5.000 è effettiva. Secondo la Corte, Guillot è stato colpevole di abbandono delle sue responsabilità di sicurezza nei confronti dell’operaio Olivier David, che morì novembre 2004 “per un avvelenamento di Carbon Monoxide”. La sua morte avvenne dopo aver pulito un serbatoio sotterraneo. Secondo la Corte, non fu equipaggiato delle precauzioni necessarie, e mancava la ventilazione obbligatoria. Guillot si è difeso dicendo che David ha rifiutato di indossare le prevenzioni di sicurezza necessarie per svolgere tale lavoro, ma la Corte ha affermato che questa era la responsabilità del proprietario.
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