Bere poco vino potrebbe ridurre l’incidenza di ictus: un vantaggio che non si avrebbe, invece, consumando altre bevande alcoliche, come birra e spirits. Ecco le conclusioni di uno studio, condotto in 32 Paesi, e pubblicato ad ottobre su “Neurology”, una delle più importanti riviste scientifiche del mondo. Il rapporto tra vino e salute è un tema di enorme rilevanza e attualità, in particolare in un momento storico in cui, soprattuto dai Paesi anglosassoni, si va diffondendo un modello di “tolleranza zero”, in cui il vino viene equiparato agli altri alcolici. Eppure, come ha recentemente ricordato anche Luigi Moio, presidente Oiv (Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino), il vino è prodotto partendo da un solo ingrediente, l’uva, e non viene realizzato tramite una ricetta come, invece, accade per la birra e i super alcolici. Inoltre è fortemente legato al territorio, e anche per questo negli storici Paesi produttori - come Italia, Francia e Spagna - il suo consumo è più corretto perchè fa parte della tradizione culturale.
I ricercatori, appartenenti alle università di più nazioni, che hanno partecipato allo studio hanno scoperto che un’alta assunzione di alcol era collegata ad un aumento del rischio di ictus, mentre una bassa assunzione era collegata ad un rischio ridotto, in particolare nell’Europa occidentale e nel Nord America. Un ictus si verifica quando il flusso sanguigno del cervello viene ridotto o interrotto o quando un vaso sanguigno esplode. In entrambi i casi, il cervello non riceve più ossigeno e sostanze nutritive e le cellule cerebrali iniziano a morire in pochi minuti. Ogni anno si verificano oltre 12,2 milioni di nuovi ictus in tutto il mondo, secondo la World Stroke Organization, e si prevede che una persona su quattro di età superiore ai 25 anni avrà un ictus nel corso della sua vita. Nel complesso, i risultati dello studio si aggiungono alle prove esistenti che un consumo di vino da basso a moderato può migliorare la salute cardiovascolare. Inoltre evidenzia anche i diversi effetti sulla salute di vino, birra e liquori. Utilizzando i dati di Interstroke, un ampio studio che ha esaminato molteplici fattori di rischio per l’ictus in 32 Paesi, gli autori hanno analizzato i modelli di consumo di quasi 26.000 individui, circa la metà dei quali aveva avuto un ictus.
Dopo aver classificato i partecipanti in base al tipo primario di alcol consumato (birra, vino, alcolici o altro) e all’assunzione settimanale (bassa, moderata o alta), i ricercatori hanno controllato altri fattori di rischio, come ipertensione, fumo, diabete, dieta e attività fisica. Quindi, hanno tracciato connessioni tra le abitudini di consumo di alcol e il rischio di subire un ictus. Lo studio ha trovato un’associazione tra consumo di vino e ridotta incidenza di ictus, ma solo dopo aver aggiustato il “binge drinking” (ovvero consumare più di cinque drink in un giorno almeno una volta al mese) ed il livello di assunzione. In altre parole, le persone che bevevano grandi quantità di vino, e in particolare quelle che si dedicavano al binge drinking, non vedevano alcun beneficio per la salute. Quanto alle possibili ragioni della riduzione del rischio, i ricercatori hanno osservato che, come riportato da altri studi, il vino contiene sostanze come i polifenoli, che non sono presenti nella stessa misura in altri tipi di bevande alcoliche, che possono avere effetti importanti indipendentemente dall’alcol.
Nessuna indicazione, invece, sul numero di bicchieri di vino ideale per ridurre il rischio di ictus: Andrew Smyth, professore di Epidemiologia clinica all’Università di Galway e autore principale dello studio, secondo quanto riportato dalla rivista Usa “Wine Spectator”, sostiene, però, che “la categoria più bassa di consumo di vino ha anche il rischio più basso”. Come in qualsiasi studio sulla salute che guardi alla correlazione piuttosto che alla causalità, Smyth avverte comunque che “il consumo di vino può essere collegato a fattori culturali e socioeconomici, il che potrebbe spiegare l’associazione del vino con la diminuzione dell’ictus”. Ed anche se la ricerca ha controllato altri fattori di rischio, Smyth ha osservato che “i consumatori di vino tendevano ad essere più anziani, con livelli di istruzione più elevati, con lavori in organizzazioni professionali o imprenditoriali, e avevano livelli di attività fisica più elevati e diete di qualità superiore. Ciò suggerisce che questi individui sono già a minor rischio di ictus, perché sembrano avere meno fattori di rischio (come una dieta scorretta e bassi livelli di attività fisica)”.
Qualunque sia la ragione degli apparenti benefici del vino, Smyth incoraggia in ogni caso le persone a bere con moderazione ed evitare il “binge drinking”, al fine di ridurre il rischio di ictus e altri problemi legati all’alcol.
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