Il turismo, nei territori celebri per la produzione vinicola ed enogastronomica, è spesso mosso proprio dalla voglia di “fare esperienza” di vini e prodotti tipici, nei luoghi in cui nascono. Non è un caso che, come dicono tanti rapporti sull’enoturismo, la motivazione enogastronomica sia uno dei principali criteri di scelta di una meta turistica, tanto per gli italiani che per gli stranieri. Ma è altrettanto evidente che se l’offerta di un territorio si limita a questo, si rischia la deriva di trasformare tanti borghi d’Italia in grandi ristoranti a cielo aperto, e poco più, se all’offerta enogastronomica non si abbina anche qualcosa di più. E va in questo senso, da anni, la formula vincente che fa incontrare vino e musica, per esempio, come conferma il successo di uno degli eventi “pionieri” e più longevi del genere, il Jazz & Wine in Montalcino, il festival nato dalla collaborazione tra l’azienda vitivinicola Castello Banfi, la famiglia Rubei dell’Alexanderplatz di Roma ed il Comune di Montalcino, e che dal 2 al 14 luglio (edizione n. 22) vedrà il susseguirsi di grandi star internazionali del panorama jazz nel borgo patria del Brunello, uno dei vini più amati e simbolo dell’enologia di qualità della Toscana e di tutta Italia. Grandi artisti, protagonisti sia delle due “pre-serate”, “Aspettando Jazz&Wine” del 2 e del 9 luglio, tra le mura del Castello Banfi, del calibro di Sebastien Chaumont 5et, il sassofonista e cantante francese che con il suo quintetto farà rivivere le emozioni che dalle atmosfere swing e pre-bop anni 40, arriva fino al sound del primo rhythm ‘n’ blues e jive degli anni 50. E Israel Varela, il batterista e cantante messicano che si esibirà insieme al virtuoso pianista tedesco Florian Weber, al mitico bassista brasiliano (quattro volte Grammy Award Winner) Alfredo Paixao e, special guest, il grande sassofonista americano Ben Wendel. Per poi passare ai concerti nella Fortezza di Montalcino, vero e proprio clou del Festival, con la classica apertura ufficiale, il 10 luglio, della Jazz & Wine Orchestra, diretta da Mario Corvini, con l’ospite d’onore, Rosario Giuliani. E si prosegue, l’11 luglio, con il fuoriclasse di Philadelphia Kurt Rosenwinkel, il chitarrista che ha dominato per oltre un decennio la scena jazzistica newyorkese, seguito il giorno successivo dal fiore all’occhiello di questa edizione, la signora del jazz, Dee Dee Bridgewater, che per l’occasione si presenta con un quartetto superlativo formato da Ira Coleman (basso), Louis Winsberg (chitarra), Marc Berthoumieux (accordione) e Minino Garay (percussioni). Per poi passare, il 13 luglio, aRoberto Gatto ed il suo New Quartet:ambasciatore del jazz italiano nel mondo, proclamato anche quest’anno miglior batterista italiano dal mensile Jazzit, accompagnato sul palco dal meglio del panorama jazzistico italiano, Alessandro Lanzoni al pianoforte, Matteo Bortone al contrabbasso e Alessandro Presti alla tromba. In chiusura il Flavio Boltro Bbb Trio ft Stefano Di Battista, reunion dei due ambasciatori del jazz italiano nel mondo. E, come ben fa immaginare il nome dell’evento, insieme a sassofoni, pianoforti, batterie, grande “ospite” fisso è il vino, nei calici di tutti gli spettatori, ovviamente a firma Banfi. Bianchi, rossi, bollicine, rosati: la scelta è per tutti i gusti, a confermare come quello di Montalcino sia un festival pioniere del connubio tra grandi vini e artisti di qualità.
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