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Reportage da Bordeaux: non tutti gli americani hanno boicottato i vini bordolesi ! Commenti sul 2002 “en primeur”. Produttori e negociants indicano che i prezzi caleranno dal 25% al 30%
di Michèle Shah

Per chi è appassionato di vini francesi l’evento annuale di Bordeaux en primeur è forse uno degli appuntamenti del vino più attesi e affascinanti dell’anno. Che cos’è Bordeaux en primeur? E’ una settimana di full immersion nel mondo vitivinicolo bordolese. In questa settimana Bordeaux apre le porte a circa 3.500 esperti del settore, tra cui giornalisti, importatori, commercianti, ristoratori, collezionisti e giornalisti, di ogni parte del mondo. Il tutto viene organizzato dall’Union des Grands Crus de Bordeaux.
Quello che rende Bordeaux unico è che il vino non è mai uguale di annata in annata, questa è la particolarità e fascino di questo vino. Quì a Bordeaux il business del vino equivale ad un settore di investimento; lo si guarda e lo si studia quasi come un titolo in borsa. Unica la sua tradizione di vendita “en primeur”, attraverso una rete di négociants.
L’analisi dell’annata 2002 non è soltanto legata alla qualità del vino. In particolare quest’anno ci sono diversi fattori che la rendono un annata incerta. La crisi della guerra con Iraq, la crisi economica mondiale, la svalutazione del dollaro (di circa 20%) contro l’euro e l’assenza del “guru” Robert Parker, degustatore e direttore di una delle riviste di critica enologica, “The Wine Advocate”, la più influente al mondo per quanto riguarda i vini bordolesi.
L’annata 2002 non è un’annata classica e, a mio avviso, neanche omogenea in qualità: la maggior parte delle difficoltà, sulla qualità, sono sopratutto le condizioni climatiche che sono state poco favorevoli per tutto l’anno.
Alla fioritura delle uve a giugno, prima il merlot e poi il cabernet sauvignon, le uve hanno subito dei problemi che i francesi definiscono coulure e millerandage, quando alla fioritura nascono grappoli misti con acini piccoli e sottosviluppati e acini più grandi. Questo è grave in quanto gli acini diffettati non riescono nè a svilupparsi nè a raggiungere una perfetta maturazione, e alla raccolta vanni eliminati. Se non vengono eliminati i vini possono essere caratterizzati da tannini verdi e aggressivi.
Le condizioni climatiche, nell’estate, sono state caratterizzate da poco sole e temperature sotto la norma, con alcune precipitazioni forti, ma nel complesso non troppo frequenti. A fine agosto, c’era una forte preocccupazione per la tardiva maturazione delle uve. Poi c’è stato il “miracolo” e il tempo a settembre è migliorato con giornate soleggiate, ma il merlot che matura prima, e perciò vendemmiato prima, è rimasto indietro e poco maturo. Il cabernet sauvignon, che matura più tardi, ha raggiunto una buona maturazione.
E sempre difficile dire se l’annata privilegia la “rive droigt” (Pomerol e St. Emilion) oppure la “rive gauche” (Médoc, St. Estephe, Pauillac, St. Julien, Haut Médoc, Margaux e Pessac-Léognan) del Garonne. Ma, per i Grand Cru Classé 2002, si può dire che, in generale, i vini a base di Cabernet Sauvignon (cioè quelli della riva sinistra) mostrano caratteristiche di freschezza e buona maturazione di frutto; quelli a base di Merlot (riva destra) sono dei vini un po’ più duri e astringenti. Ma ci sono sempre le eccezioni e alcuni chateaux, specialmente quelli delle zone dei Bordeaux classici, sono stati premiati con ottimi risultati.
Dove si trova quasi sempre una qualità costante è nei vini dei grandi terroirs, come quelli dei Premieres Grands Crus Classés: Haut Brion, Latour, Lafite, Cheval Blanc, Margaux e Mouton Rothschild, i quali riflettono la classicità dei grandi bordolesi, ricchi di complessità ed eleganza, in alcuni casi con risultati meglio dell’annata 2001. Invece, il 2000 rimane sempre un traguardo difficile da raggiungere per la sua omogeneità sublime raggiunta su tutta la regione del Bordeaux.
Nella zona di Pessac-Léognan, rinomata per la produzione di vini bianchi, la qualità è abbastanza omogenea. I vini sono ben strutturati, aromatici, con freschezza e buoni livelli di acidità.
Se per il Sauterne, il 2001 è stato un anno esaltante, l’annata 2002 è stata molto varia. Le condizioni climatiche hanno inizialmente appassito le uve sulla vigna senza la presenza della muffa nobile (botrite). La mancanza di botrite crea un Sauterne fine ed elegante ma senza la complessità e richezza aromatica dei Sauternes attaccati dalla muffa nobile. Chateau Suduiraut, uno dei più noti produttori, ha prodotto un Sauterne ricco, elegante e complesso, facendo vari passaggi in vigna, raccogliendo le uve man mano che raggiungevano la giusta la maturazione, con una buona componente di muffa nobile, che è arrivata nella zona del Sauterne con un certo ritardo, quasi a fine raccolta.
In questi cinque giorni ho degustato 160 campioni freschi di botte, visitato gli châteaux, parlato con i produttori e i winemakers per farmi un’ idea dell’annata e dei prezzi. Sicuramente la situazione politica mondiale, la guerra in Iraq, la depressione economica e la svalutazione del dollaro sono tutti componenti che portano a basse vendite e poca speculazione per i “futures” anche se produttori e negociants indicano che i prezzi caleranno dal 25%/30%.
Non tutti gli americani hanno boicottato i vini bordolesi. Sicuramente non sono stati presenti come negli anni scorsi. “Se dovessimo scegliere i vini dal punto di vista politico, sarebbe un bel guaio!” commenta Christian Seely, direttore generale, per conto della mega-società assicurativa Axa, dei Chateaux Pichon Longueville - Baron, Chateau Cantenac Brown, Chateau Suduiraut e Chateau Pibran. Invece ci sono diverse voci che speculano sulla assenza di Bob Parker. C’è chi dice che è dato dalla pressione fatta da parte della famiglia che non vuole che viaggi in questo periodo di guerra.
Invece chi dice che Parker sa già che l’annata 2002 non è un annata eccezionale. Ma la voce più maligna associa la sua assenza al recente fatto legale che vede coinvolta la sua assistente Hanna Agostini in un’investigazione di contabilità fraudolenta in cui è stato dichiarato che la Agostini fece delle fatture pari a un valore di €100.000 usando la carta intestata della “The Wine Advocate”. Ma per i bordolesi non sembra poi così grave l’assenza di Parker. Prima o poi dicono che arriverà, forse per “Vinexpo”? Certamente quei produttori che dipendono e che fanno vini costruiti appositamente per il palato di Parker si troveranno forse in difficoltà, ma gli chateaux che si concentrano a produrre un Bordeaux classico continuano come sempre sulla loro strada producendo vini di alta qualità marcati da un terroir e una tradizione di vini eleganti e complessi che solo Bordeaux, nelle sue annate top, sa tirar fuori.

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