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CAOS PANDEMIA

Ristorazione - Inail e Iss: “due metri di distanza tra i tavoli”. La Fipe: “allarme ingiustificato”

Le nuove indicazioni sulle procedure anticontagio fanno sobbalzare un settore allo stremo: “prescrizione senza alcuna base scientifica”
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Ristorazione: Inail e Iss: “2 metri di distanza tra i tavoli”. La Fipe: “allarme ingiustificato”

La ristorazione vive una crisi lunga e senza precedenti, i conti delle imprese sono in profondo rosso, i ristori sono insufficienti e arrivano a singhiozzo, e mentre praticamente tutti sono chiusi (delivery e asporto a parte) con l’Italia tutta in zona arancione o rossa almeno fino a dopo Pasqua, Sardegna esclusa, senza alcuna certezza del futuro, già nonostante le misure di sicurezza già messe in atto da mesi, arriva un nuovo allarme che rischia di complicare ulteriormente le cose in vista della primavera e dell’estate che, si spera, come nel 2020, hanno dato un minimo di ossigeno al settore. Ovvero le nuove indicazioni dell’Inail e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), secondo cui la distanza minima di sicurezza da tenere tra commensali dovrebbe aumentare a 2 metri, a causa delle nuove varianti.

Un’indicazione che, però, la Fipe/Confcommercio, che rappresenta bar, ristoranti e pubblici esercizi italiani, non condivide affatto: “è ora di finirla di complicare l’attività degli imprenditori e diffondere inutile allarmismo tra i cittadini. È gravissimo che le istituzioni preposte alla tutela della salute - scrive la Fipe/Confcommercio - abbiano messo nero su bianco il suggerimento di aumentare a due metri la distanza fisica nei ristoranti, ammettendo candidamente nello stesso documento che non esistono basi scientifiche a supporto di questa aggiuntiva prescrizione. In questo modo le autorità sanitarie perdono credibilità. Invece di inventarsi strumenti sempre nuovi per mortificare le speranze di ripresa di una vita normale degli italiani e dei ristoratori, dovrebbero concentrarsi su come accelerare la campagna vaccinale per portare fuori il Paese dal dramma dei lockdown.


“Siamo esasperati e qui si continua a giocare con i numeri senza capire - scrive ancora la Fipe/Confcommercio - che le conseguenze sociali ed economiche sono e saranno devastanti. Nel frattempo, oggi festeggiamo il terzo mese al verde, senza ristori, con il 90% dei locali chiusi e senza alcun piano per la riapertura. È un momento drammatico, serve responsabilità a tutti i livelli: non si uccide un comparto da 1 milione di lavoratori senza alcuna base scientifica.”

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