Il Brunello di Montalcino Riserva 2019 profuma di frutti neri, rosa leggermente appassita, tabacco e spezie. In bocca il sorso è polposo e articolato, dal finale persistente ancora sul frutto e le spezie. Se fu l’imprenditore umbro Silvio Nardi, addirittura negli anni Cinquanta del secolo scorso, in qualche modo a scommettere “ante litteram” su Montalcino - diventando poi uno dei soci fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino nel 1967 - è stata sua figlia Emilia a condurre l’azienda di famiglia a partire dai primi anni Novanta, facendola diventare una delle cantine più significative della zona. Oggi Tenute Silvio Nardi è una realtà rilevante anche in termini numerici, forte di 80 ettari a vigneto per una produzione che si attesta sulle 150.000 bottiglie annue. I vigneti sono coltivati in due specifiche aree: quella della tenuta di Manachiara, nel settore orientale della denominazione e quella di Casale del Bosco nel quadrante nord-ovest, coprendo quindi due zone profondamente differenti dell’areale, sia in termini di composizione dei terreni che di comportamento fisiologico delle uve, specie nell’attuale congiuntura climatica più calda che interessa Montalcino. Lo stile dei vini possiede un approccio moderno con l’intensità del frutto e i rimandi aromatici ai legni di maturazione sempre in primo piano, ad anticipare progressioni gustative ricche, intense e ben profilate.
(fp)
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