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CLASSIFICHE

“The Best Chef” 2020: Crippa primo chef italiano al mondo, entra in classifica la Klugmann

Sul podio Redzepi, Frantzen e Barber. Per il Belpaese anche Uliassi, Bottura, Niederkofler, Romito, Casagrande, Alajmo e Pellegrino

Neanche un francese tra i primi dieci, mentre Nord Europa, Spagna e Sud America continuano a scalare posizioni: ecco l’alta ristorazione mondiale nella fotografia scattata dalla “The Best Chef”  2020, che ha messo in fila i migliori 100 cuochi in giro per il mondo. Al top, il danese René Redzepi, del Noma di Copenaghen, che scalza dal primo posto lo svedese Björn Frantzen, del Frantzen di Stoccolma, un anno fa in cima alla classifica, con l’americano Dan Barber ed il suo Blue Hill at Stone Barns a New York, al terzo posto. In tutto, sono ben 34 le new enty, con 31 Paesi rappresentati: guida la Spagna, con 15 chef, mentre l’Italia si ferma a quota 9, tre in meno del 2019. Primo tra gli chef del Belpaese, alla posizione n. 22, proprio come un anno fa, è Enrico Crippa, alla guida del tre stelle Michelin Piazza Duomo ad Alba, della famiglia Ceretto, storica griffe del Barolo. Alla posizione n. 39 ecco Mauro Uliassi, che, a Senigallia, con l’Uliassi, ha raggiunto il vertice della ristorazione mondiale, scalando 31 posizioni. Terzo italiano nella “The Best Chef” 2020 è, invece, Massimo Bottura, ai fornelli della sua Osteria Francescana di Modena, alla posizione numero 43, in discesa di 30 posizioni rispetto ad un anno fa.
Perde terreno anche Norbert Niederkofler del St. Hubertus di San Cassiano, alla posizione numero 44, dalla 28 della scorsa edizione. Si deve scorrere alla posizione n. 56 per trovare Niko Romito, con il Reale di Castel di Sangro, alla n. 20 un anno fa. La notizia più lieta è, invece, Antonia Klugmann, new entry con L’Argine a Vencò, in Friuli Venezia Giulia, alla posizione numero 58, giusto davanti a Paolo Casagrande, chef italiano che ha portato le tre stelle Michelin a Barcellona, con il Lasarte, anche lui per la prima volta in classifica. Alla posizione n. 65 Massimilaino Alajmo, de Le Calandre di Rubano, alla posizione n. 41 lo scorso anno. Infine, alla posizione n. 77, l’ultimo chef italiano on classifica è Floriano Pellegrino, del Bros’ di Lecce, un anno fa alla posizione numero 97.
Tornando alla top ten della “The Best Chef”, nata nel 2017 con l’obiettivo di rimettere il cuoco ed il suo lavoro al centro della comunità internazionale del cibo, al quarto posto troviamo il trio di chef del Disfrutar di Barcllona, Eduard Xatruch, Mateu Casañas e Oriol Castro, al quinto Joan Roca, decano degli chef di Spagna, e al numero sei il rivoluzionario David Munoz, del Diverxo di Madrid. Alla posizione n. 7 Virgilio Martinez, che ha portato il Central di Lima, in Peru, al vertice della ristorazione moderna, mentre all’ottavo posto l’ennesimo spagnolo, Aitor Zabala, ai fornelli del Somni di Los Angeles. Alla posizione n. 9 il danese Rasmus Kofoed, davanti allo chef americano Grant Achatz.
Detto della classifica, nonostante l’eccezionalità del 2020, che ha ovviamente annullato la cerimonia di premiazione, il “The Best Chef” non ha, comunque, rinunciato ad assegnare i suoi premi speciali. il The Best Chef Rising Star Award è andato alla giovane chef brasiliana Manoella “Manu” Buffara. Anche il The Best Chef Fol-Lovers Award, nato nel 2018 per premiare lo chef più amato sui social del premio, è andato in Brasile, a Rafa Costa e Silva. Allo spagnolo Xavi Donnay il The Best Chef Pastry Award, all’inglese Alex Dilling il The Best Chef Food Art Award, all’americano Dan Barber sia il The Best Chef New Entry Award, per il miglior esordio in classifica, sia il The Best Chef Voted by Chefs Award, ossia il premio assegnato dai soli voti degli chef. Per la sperimentazioni in cucina, il The Best Chef Science Award è stato assegnato al danese Rasmus Munk, mentre il The Best Chef Legend Award, una sorta di premio alla carriera, è andato a Michel Bras, che, pur non cucinando più, ha ancora una enorme influenza sul mondo della gastronomia.

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