- Con il cambio del clima che stiamo vedendo in particolare quest’anno, ed in partioclare le alte temperature e la siccità, anche all’estero le vendemmie sono previste in flessione, come in Australia e Nuova Zelanda. In particolare, in Australia, sul 2002, la produzione di uve da vino è scesa del 10%, attestandosi a 1,36 milioni di tonnellate: si tratta della prima flessione dal 1997. A determinarla, secondo la Winemakers’ Federation of Australia (WFA) - riportate dal "Just Drinks" e divulgate dall’ Ismea - è stato il freddo durante la fase del germogliamento. Il calo è risultato più contenuto per le uve nere (-5%), di cui sono state raccolte 802.000 tonnellate, e più accentuato per le bianche (-16%), che hanno totalizzato 558.000 tonnellate. L’aver limitato, negli ultimi anni, gli impianti di varietà bianche, ha reso i vigneti di queste ultime più sensibili agli andamenti stagionali del clima. Anche in Nuova Zelanda, secondo "New Zealand Winegrowers", il raccolto di uve da vino è sceso del 35% attestandosi a 76.400 tonnellate (inferiore di 42.300 tonnellate sul 2002). Determinante, anche in questo caso, sarebbero state le basse temperature che hanno contrassegnato la primavera 2002. A livello locale, solo Otago & Nelson hanno registrato un aumento della produzione; Marlborough, la maggiore regione vitivinicola, è passata dalle 54.496 tonnellate del 2002 alle attuali 40.537 tonnellate, segnando un - 26%. In Hawkes Bay, il raccolto si è ridotto, invece, del 58%, da 25.661 a 10.832 tonnellate.
- Dalla Borgogna giungono notizie di una vendemmia anticipata: dalla capitale della produzione a Beaune i vigneti sembrano molto avanti nel ciclo vegetativo, tanto che si parla di una vendemmia che avrà inizio verso l’ultima settimana di agosto, circa un mese avanti del normale, un record mai visito. Questo fatto è dovuto alle elevate temperature a giugno ed a circa 14 mesi di scarse piogge. Secondo Roland Masse, direttore de l’Hospices de Beaune Domaine l’unico vantaggio di una vendemmia anticipata è l’assenza del rischio di piogge settembrine che possono causare la muffa e le malattie.
- I frutti di un investimento da capogiro, 50 milioni di dollari americani, da parte di vip francesi che hanno acquistato 840 ettari di vigneto in Argentina, stanno per tramutarsi in migliaia di bottiglie di vino, che arriveranno sui scaffali di enoteche e della grande distribuzione. I vip ? Catherine Péré-Vergé, proprietaria della Cristal D'Arques, Laurent D'Assault di Mirage aircraft, Nadine de Rothschild di Chateaux Clarke e Malmaison a Bordeaux, la famiglia d'Aulan, proprietari precedenti di Champagne Piper Heidsieck e ora proprietari di Château Sansonnet a Saint-Emilion, la famiglia Cuvelier, proprietari di Chateau Leoville Poyferre, l’avvocato Philippe Schell, tutti guidati dal famoso consulente enologo Michel Rolland, campione dei vini argentini.
Il gruppo El Grupo de los Siete (il Gruppo dei Sette), che ha aquistato vigne nella regione di Tunuyan al sud della provincia di Mendoza, è stata formata in Francia solo un anno fa, con l’idea di organizzare sette vigne per la produzione di vini premium, ognuna con la propria etichetta. Il primo vino disponibile è quello della Catherine Péré-Vergé's Bodega Monteviejo, che uscirà quest’anno.
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