Sembra tornato a cresce in modo robusto l’export del vino italiano, che nella prima fase del 2021 sembra però trainato dalla crescita dei suoi mercati di “seconda fascia”, in termini di valori assoluti, come la Cina o la Russia, che sembrano compensare i segni negativi che invece si registrano in maniera più o meno in mercati top come Stati Uniti e Regno Unito. Segno di una fluidità e di una composizione sempre più articolata dei mercati del vino, ma anche una testimonianza, probabilmente, di come diversi aree e Paesi del mondo stanno reagendo ad un pandemia più lenta da superare di quanto sperato. In ogni caso, conforta, nel loro complesso, la lettura di WineNews dei dati Istat, aggiornati oggi, sulle esportazioni enoiche del Belpaese nel primo quadrimestre 2021, che hanno superato i 2 miliardi i euro, in crescita del 4,2% sul 2020 (con una netta inversione di tendenza sul -3,9% dei primi tre mesi), ma soprattutto del +5,8% sul 2019, anno del record, quando il valore complessivo delle esportazioni ha superato i 6,4 miliardi di euro.
Una crescita complessiva, ma che non vale per tutti i Paesi, come detto, con tanti mercati importanti ancora lontani dai livelli del 2020, in sofferenza, ma in leggero recupero rispetto ai mesi precedenti. Come gli Stati Uniti, per esempio, ancora a -3,1% sui primi 4 mesi dello scorso anno, che restano comunque il primo mercato in valore con 510 milioni di euro (e dal quale negli ultimi mesi, come raccontato da tanti produttori a WineNews, sono arrivati segnali importanti di ripresa, ndr), o il Regno Unito, terzo mercato in valore a 170 milioni di euro nel primo quadrimestre 2021, ma con un importante -12,1% sul 2020. Frena anche il Canada, a -9,4% per 106 milioni di euro. Tra i mercati più importanti in valore, invece, cresce del +4,1% la Germania, a 359 milioni di euro, fa molto bene la Svizzera con un balzo del +23%, a 133 milioni di euro, e cresce del +11% la Francia, a 62 milioni di euro. Stesso valore della Svezia, uno dei mercati del Nord Europa più importanti per il vino italiano, che perde però il -12,8%. La crescita percentuale maggiore, però, si registra in Cina, che con un balzo del +73% ha importato vino italiano per 41 milioni di euro, e sembra tornata a correre la Russia, a +34%, per 37 milioni di euro.
Dati nel complesso incoraggianti, dunque, seppur da leggere alla luce di qualche criticità e di una situazione legata alla pandemia che, come tutti abbiamo imparato in questi mesi durissimi, può cambiare radicalmente in breve tempo. Ma a far ben sperare è anche il dato aggregato delle esportazioni agroalimentari dei primi 5 mesi 2021, nei quali, secondo l’analisi Coldiretti, la crescita è stata del +8,9% sul 2020, per un valore complessivo record, intorno ai 17 miliardi di euro.
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