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VINO & MERCATI - NASCE L’ALLEANZA TRA GRIFFES DEL MADE IN ITALY: E’ LA RISPOSTA ITALIANA AI PROCESSI DI CONCENTRAZIONE IN ATTO NEL MONDO. UNIRE AZIENDE CON COMUNI STRATEGIE DI PRODUZIONE, COMUNICAZIONE E VENDITA: L'IDEA E' DEI MAZZEI

Marchesi Mazzei
Francesco e Filippo Mazzei (Castello di Fonterutoli, una delle griffes più prestigiose del Chianti Classico)

L’unione fa la forza. Specialmente nel mondo del vino italiano, che, negli ultimi anni, si trova costretto, anche nei mercati di alta fascia, ad affrontare una forte spinta alla globalizzazione e alla concorrenza internazionale. Per essere più competitivi su un mercato così difficile, meglio fare alleanze di risorse umane, finanziarie e commerciali magari tra realtà che hanno una strategia condivisa: il made in Italy ha tante aziende di grande qualità e glamour ma che, molto spesso, non hanno le dimensioni adeguate per competere sul mercato globale, non possono sviluppare marketing e pubblicità, come sarebbe necessario, e nemmeno reti di vendita e promozione. Un’analisi della realtà a livello internazionale che ha portato Francesco e Filippo Mazzei di Castello di Fonterutoli a lanciare l’idea dell’alleanza tra griffes del vino, con filosofie comuni (dalla produzione alla vendita), come risposta italiana ai processi di concentrazione in atto a livello internazionale. I protagonisti? Oltre ai Mazzei, con Castello di Fonterutoli, una delle griffes più prestigiose del Chianti Classico, e Tenuta Belguardo, acquisita nel ’97 in Maremma, le due aziende toscane La Brancaia e la Tenuta di Ghizzano. Ed, in futuro, a perfetta quadratura del cerchio, non si può escludere anche Castiglion del Bosco, una delle aziende più fashion di Montalcino, acquistata di recente da Massimo Ferragamo, che vede il coinvolgimento di Francesco Mazzei nel management.
“Si tratta di aziende di alta gamma - spiega Francesco Mazzei, che, con il fratello Filippo, è alla guida di Castello di Fonterutoli - con filosofie produttive e commerciali simili, che si sono riunite intorno al Castello di Fonterutoli per condividere la valida rete commerciale, e promuovere così una distribuzione più efficace e capillare dei rispettivi vini, tra i più rappresentativi della Toscana e d’Italia. L’idea è di sviluppare insieme una “massa critica” tale da garantire una maggiore efficienza distributiva ed un miglior servizio per i clienti. Ma questa alleanza vuol dire anche condividere le attività aziendali, non solo dal punto di vista della strategia commerciale, ma anche di prodotto, incluse le scelte tecniche”.
Le migliori bottiglie (e sono molti i vini importanti che ciascuna delle quattro cantine può mettere in campo) di Castello di Fonterutoli e Tenuta Belguardo, di proprietà dei Marchesi Mazzei, La Brancaia (di proprietà di due imprenditori svizzeri, Bruno e Brigitte Widmer, nel Chianti Classico dal 1981, con poderi che confinano con le vigne dei Mazzei) e la Tenuta di Ghizzano (è la label dei Venerosi Pesciolini, signori nel territorio di Pisa dalla seconda metà del Trecento ed esponenti storici della Toscana del vino) hanno deciso di viaggiare uniti. E, uniti, proveranno a convincere il mondo della qualità di quanto sta accadendo in un’altra delle zone più classiche dell’Italia del vino: la recente acquisizione di Castiglion del Bosco a Montalcino, da parte di un gruppo di imprenditori, potrebbe anche essere il prossimo elemento vincente di questa alleanza in forte espansione.
L’idea di Francesco e Filippo Mazzei di puntare su un’azione comune per sfruttare al meglio le sinergie è una delle risposte più nuove ed efficaci in un mercato ad alto tasso di competizione internazionale, anche nella fascia dei vini di pregio, e che negli ultimi anni ha visto l’ascesa di australiani, californiani, sudafricani e cileni. Così il vino di qualità made in Italy, da sempre importante risorsa nazionale, sia economicamente che per l’immagine, cerca di rispondere al problema principe delle aziende vinicole italiane: le dimensioni non adeguate per competere sul mercato globale. E lo fa soprattutto su promozione e distribuzione, due facce della stessa medaglia, da sempre i veri nodi che ogni azienda, da piccola a media (e nel nostro Paese quelle veramente grandi sono poche), si trova a dover affrontare: far viaggiare il proprio prodotto in bottiglia, in Italia e nel mondo, in modo razionale, preceduto da un’adeguata e intelligente promozione. Distribuire in comune significa allora fare numero, creare assortimento, dividere i costi: e, in questo caso, unire le eccellenze.

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