Chi crede che quello del Prosecco sia un fenomeno meramente commerciale si sbaglia. Il libro-intervista “Sui muri scrivono... “Viva il Prosecco, Abbasso lo Champagne”“ di Francesco Festuccia (edito da Sovera) dimostra che si tratta di un qualcosa che affonda le radici in tradizioni antiche, che risvegliano quel sentimento che ha fatto scrivere a qualcuno su un muro la frase che Festuccia ha assunto a titolo del suo libro. Che altro non è che una conversazione con Gianluca Bisol, esponente della storica famiglia del Prosecco e direttore generale di Bisol, un dialogo su antichi luoghi e nuove frontiere, un viaggio culturale fra le colline del Prosecco, fino a raggiungere il Cartizze. Bisol, con aneddoti e racconti di vitigni persi e ritrovati, confronta il Prosecco e lo Champagne, analizzandone ogni peculiarità, e giunge ad affermare che “lo Champagne è uno status symbol ed il Prosecco è un indiscusso lifestyle symbol. Ma io amo tutte le bollicine del mondo”. E non nasconde la speranza che Conegliano, un giorno, abbia lo stesso prestigio di Reims, Valdobbiadene lo stesso fascino di Epernay e il Prosecco la stessa notorietà dello Champagne.
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