Come accade ormai da qualche anno, sarà Wine Paris, di scena dal 9 all’11 febbraio 2026 a Parigi, ad aprire l’anno delle grandi fiere europee del vino (con la ProWein di Düsseldorf, di scena dal 15 al 17 marzo, e poi Vinitaly, a Verona, dal 12 al 15 aprile). Una fiera, quella francese, che arriverà in una momento cruciale, in cui il mercato del vino, dopo un 2025 complicato, cercherà un nuovo slancio, e con l’Italia grande protagonista in terra di Francia.
“L’Italia conferma il suo ruolo strategico a Wine Paris, registrando, dal 2019, un’importante crescita: la sua superficie espositiva si è moltiplicata per 4,5. Nel 2026 - spiega Vinexposium, che organizza Wine Paris - l’Italia ha registrato un altro aumento di +25% di superficie sul 2025, confermandosi il primo Paese espositore dopo la Francia. Con circa 30 partecipazioni collettive e tutte le principali regioni vinicole del Paese, l’Italia si distingue come protagonista dell’edizione 2026. Riunisce sia cantine emblematiche - Masi, Tua Rita, Tenuta San Guido, Gaja, Allegrini, Piccini - sia nomi nuovi come Ethica Wines, Sacchetto, Fratelli Martini, Secondo Luigi e Istituto Grandi Marchi, offrendo una visione completa del panorama vitivinicolo italiano”.
“La dimensione mondiale di Wine Paris si amplia ogni anno, alimentata dall’arrivo di nuovi Paesi espositori. Questa diversificazione geografica attira compratori da tutto il mondo, creando leve concrete per le esportazioni. In questa dinamica, l’Italia gioca un ruolo centrale, la cui presenza fedele e in costante crescita riflette l’importanza delle grandi regioni produttrici europee per Vinexposium”, ha ribadito Nicolas Cuissard, direttore Wine Paris.
Una fiera che, come tutte, guarda anche ai trend e ai cambiamenti dei consumi, con tre evento in uno, Wine Paris, focalizzato sui vini, Be Spirits, dedicato al mondo degli alcolici (anche in questo caso con l’Italia in crescita, con le collettive di Ice e Idm Südtirol, brand come Bottega, Nonino Distillatori, Mazzetti d’Altavilla e Antica Distilleria Quaglia, ma anche la collettiva Alto Adige Spirits), e Be No, un format inedito sulle alternative analcoliche. “Be No riunisce vini, liquori, birre e Rtd analcolici, dealcolizzati o prodotti senza fermentazione, insieme a bevande fermentate o botaniche ispirate agli alcolici. In particolare, ci sono diversi marchi italiani che rappresentano una nuova generazione di prodotti alternativi, guidati da un forte posizionamento, da radici locali e dalla domanda di qualità”, spiega Audrey Marqueyssat, direttrice di Be Spirits e Be No. Una risposta chiara, spiega Vinexposium, che riflette una tendenza mondiale, che registra una crescita a due cifre. “Riunendo 12 Paesi, dall’Europa all’Australia, Be No si apre anche all’Italia, rappresentata da quattro brand che coprono segmenti di mercato complementari: Bella Drinks, pioniere dello spumante analcolico a base di mosto Glera, Franc Lizêr di Lea Winery, azienda biologica friulana con un approccio innovativo e libero al vino analcolico, Marcati, storica distilleria impegnata anche nel segmento analcolico, e Feral, un nuovo arrivato da seguire. Questa presenza illustra l’impegno dei produttori italiani nell’evoluzione delle abitudini di consumo e la loro capacità di investire in nuovi territori di mercato”.
“Con Wine Paris, Be Spirits e ora Be No, Vinexposium presenta un’offerta chiara e mirata, basata su tre assi fondamentali che rispecchiano le trasformazioni in corso del settore: dalle bevande alcoliche a quelle analcoliche. In un contesto economico complesso, la nostra responsabilità, a fianco della filiera, è di fare chiarezza, unire le energie e tracciare un percorso verso un futuro sostenibile. Ciò che consolidiamo a Parigi fa parte di una più ampia visione a 360 gradi che svilupperemo in tutti i nostri eventi. Vinexpo Americas, Vinexpo Asia e Vinexpo India integreranno a loro volta questa segmentazione a partire dal 2026. Anticipando le grandi evoluzioni del settore, il nostro impegno è di affiancare la filiera nel suo sviluppo a livello internazionale, con informazioni chiare e un contesto di mercato condiviso”, conclude Rodolphe Lameyse, dg Vinexposium.
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