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DOPO LA BREXIT

La Gran Bretagna pensa al futuro: produzione enoica ai massimi storici e accordo con il Cile

Come finirà tra Londra e la Ue, ancora non si sa, intanto il Regno Unito si garantisce un canale privilegiato con Santiago del Cile
BREXIT, CILE, VINO UK, Mondo
La Gran Bretagna pensa al futuro: produzione enoica ai massimi storici e accordo con Cile

Nel caos, tutt’altro che britannico, in cui si sta ancora lavorando all’uscita dalla Ue, la Gran Bretagna non si limita a portare avanti le trattative con l’Unione Europea e, almeno per quanto riguarda il vino, inizia a battere altre vie. Innanzitutto, quella interna, perché se è vero che la produzione inglese e gallese è ancora ampiamente insufficiente a rispondere alla domanda di vino del Regno Unito, non ne vanno sottovalutate le potenzialità, specie all’indomani del record produttivo del 2018, con 15,8 milioni di bottiglie prodotte, più del doppio del precedente massimo, le 6,3 milioni di bottiglie del 2014. Un potenziale produttivo che cresce all’aumentare delle superfici vitate, su del 160% in dieci anni, a 2.888 ettari complessivi, almeno per ora. Non sarà certo la soluzione alle criticità della Brexit, sottolineate anche dai movimenti di due giganti della distribuzione come Pernod Ricard, che ha deciso di anticipare i tempi e ampliare le scorte, e Diageo, che pur non temendo eccessivi effetti collaterali, ha ammesso di lavorare al fianco del Governo per un accordo con la Ue.
L’altra buona notizia, almeno dal punto di vista britannico, arriva invece da lontano, dal Cile, con cui Londra ha siglato un accordo commerciale che, nelle settimane successive alla Brexit, getterà le basi per un canale privilegiato che coinvolegerà diversi prodotti, a partire proprio dal vino: negli ultimi 12 mesi, infatti, i consumatori britannici hanno stappato ben 105 milioni di bottiglie di vino cileno, per un giro d’affari complessivo di 720 milioni di sterline, come raccontano i dati della Wine and Spirit Trade Association citati da “The Drinks Business”, pari al 9% dei consumi a volume e dell’8% della spesa in valore. Con questo accordo, il risparmio per la filiera enoica dovrebbe essere di 9,2 milioni di sterline, che alla fine, sul prezzo finale, è un impatto tutt’altro che di poco conto.

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