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AMPHORA PORTFOLIO MANAGEMENT

Altro che Bordeaux, la meta giusta per gli investimenti enoici è Bolgheri, con Masseto e Sassicaia

Il mercato dei fine wine rallenta, il contesto internazionale penalizza i francesi, ed i fondi di investimento puntano sulla qualità dei bolgheresi

Dopo un lungo periodo di crescita, negli ultimi mesi dell’anno le indicazioni che arrivano dal Liv-ex sono quelle di un mercato dei fine wine che tira il fiato, frenato da dinamiche più grandi di quelle che riguardano il mondo del vino. La sterlina debole, ad esempio, è un problema da non sottostimare, anche se, come ricorda nella sua analisi Philip Staveley, a capo dei ricercatori di Amphora Portfolio Management, uno dei principali fondi di investimento dedicati al vino del Regno Unito, dal 10 ottobre è tornata a guadagnare il 5,4%. E poi, ci sono le tensioni tra Unione Europea ed Usa, che hanno portato ad una prima tranche di dazi sulle importazioni agroalimentari, comprese quelle del vino. Dinamiche che si sono rivelate, negli ultimi due mesi, una vera e propria tempesta perfetta per Bordeaux. Ma anche spazi che si aprono per il Belpaese, come dimostrano le eccellenti performance del Barolo 2014 di Bartolo Mascarello, passato da 1.767 a 1.857 sterline a cassa (+5,1%) e del Barolo Riserva Monfortino 2010 di Giacomo Conterno, passato da 12.346 a 12.780 sterline a cassa (+3,5%).

Lasciando da parte per un momento le Langhe, il territorio su cui puntare ad occhi chiusi, secondo gli esperti di Amphora Portfolio Management, è però un altro: Bolgheri. A partire dal Masseto, sulla cresta dell’onda grazie ai due 100/100 consecutivi assegnati da Robert Parker, firma influente e capace di decretare il successo globale di un vino, alle annate 2015 e 2016. Vendemmie eccellenti per i vini di Bolgheri, con punteggi medi di 95 e 96/100, poco meno della mitica 2009 che, del resto, per il Masseto fu tutt’altro che indimenticabile: troppo calda per un Merlot capace di invecchiare, tanto da meritare appena 94 punti da Robert Parker e 16/20 da Jancis Robinson, e da spuntare prezzi inferiori alle annate più recenti. Che, invece, si possono paragonare alla 2006, anche se in termini di investimento, stando all’algoritmo di Amphora, è decisamente più redditizia l’annata 2015, che “genera”, secondo l’algoritmo di Amphora (che prende in considerazione status della zona, brand power, qualità dell’annata nella Regione, punteggi di Robert Parker e media dei punteggi di altre testate, rank su Google e Wine-Searcher, livelli produttivi, disponibilità sul mercato e capacità d invecchiamento) 6,28 unità di valore per sterlina investita, contro le 4,64 unità di valore della 2006.

In questo senso, però, il Sassicaia 2013 è ancora il migliore investimento possibile
tra i vini di Bolgheri, forte di un prezzo assolutamente accessibile e di una qualità altissima. Non sempre, però, la qualità media dell’annata ha effetti diretti sul prezzo: il Sassicaia 2015, ad esempio, pur avendo ottenuto gli stessi punteggi del 2013, in un contesto bolgherese identico, spunta quotazioni più alte. Ed ancora più rappresentativa, in questo senso, è stata la celebratissima annata 2010 di Bordeaux, dove in realtà, a ben guardare, Margaux e Pomerol hanno raggiunto punteggi medi di 95/100, inferiori a tante annate di Bolgheri, ma hanno goduto, sul mercato, del riflesso positivo dei 98 e 99/100 raggiunti dai vini di Pauillac e Graves.

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