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10-12 FEBBRAIO

Vinexpo Paris: al centro i trend del vino, la sostenibilità, la paura dei dazi Usa e della Brexit

Mentre anche in Francia tiene banco l’attualità, l’Italia esplora il mercato francese, dove, a sorpresa, è boom per il Prosecco

I trend sui consumi del vino a livello mondiale, il grande tema della sostenibilità declinato in tanti modi da firme di primissimo piano, la paura dei Dazi Usa, ma anche le incertezze delle Brexit: sono i temi che tengono banco a Vinexpo Paris, edizione n. 1 del nuovo evento firmato da Vinexpo, in sinergia con Wine Paris, di scena nella capitale di Francia, da ieri al 12 febbraio. A far luce sui trend, ieri le analisi presentate da Wine Intelligence e International Wine & Spirits Research (Iwsr).
Analisi che confermano una crescita della ricerca della qualità non solo nel vino, ma anche negli spirits, con i consumatori, soprattutto giovani, sempre più motore della “premiumisation”, e sempre più orientati al bere “meno ma meglio”. Con una crescente importanza di tutto quello che, lungo la filiera, vuol dire tutela dell’ambiente. E, non a caso, due dei “luoghi” di riferimento di Vinexpo Paris n. 1 (che gode del patrocinio del presidente francese Macron), “Wow - World of Organic Wine”, spazio dedicato al vino bio e sostenibili, e “Be Spirits”, area dedicata a tutte le novità del beverage alcolico.
Tra le altre tendenze segnalate, continua la crescità del fenomeno rosè, che dal vino e dagli spumanti si estende sempre di più anche da altre categorie come gin e cidro, e sta diventando una tendenza del bere sempre più importante in mercato come Usa, Uk e Canada, dove il consumo dei vini rosè, per esempio, in 10 anni è cresciuto di percentuali tra il +36% ed il +50%. Mentre, paradossalmente, sottolinea Wine Intelligence, nel mondo cresce la domanda di cultura del vino, con il moltiplicarsi di scuole e corsi dedicati ma, al tempo stesso, i consumatori, soprattutto giovani, ne sanno sempre di meno, pur dicendosi affascinati dal nettare di Bacco.
Ma se questi sono i trend con cui tutti i produttori del mondo, a tenere banco è anche l’attualità, che vuol dire, purtroppo, Dazi Usa e Brexit. Sul fronte americano, in attesa di sapere, nei prossimi giorni, se arriverà un giro di vite sui vini europei, con il rischio di dazi fino al 100%, che vorrebbe dire una catastrofe, anche per l’Italia, i francesi fanno i conti con quelli al 25% introdotti da ottobre sui vini fermi, che secondo diverse stime, negli ultimi due mesi dell’anno, hanno portato ad un crollo delle importazioni americane di vini fermi francesi, tra il -35% ed il -40% in valore. Ma tra i produttori, la preoccupazione è palpabile anche sul fronte Brexit, in attesa di capire come saranno regolati, di qui in avanti, i rapporti tra Paesi produttori europei e Regno Unito. D’altronde, per la Francia, il mercato Uk vuol dire 1,3 miliardi di export tra vino e liquori, ed è naturale che ci si a grande attenzione. Soprattutto dopo che, secondo gli ultimi dati della Wine & Spirit Trade Association e Wine Drinkers UK, il prezzo medio della bottiglia di vino nella gdo britannica, per la prima volta, potrebbe superare la soglia psicologica delle 6 sterline. Il che, secondo una ricerca di Kantar, vorrebbe dire che il 54% degli inglesi che comprano vino nei supermercati, semplicemente, rischiano di uscire dal mercato.

Un quadro a tinte nerissime, dunque, che spaventa anche l’Italia, che in Uk ha il suo terzo mercato straniero di riferimento (e che, all’evento di Parigi, non vanta una presenza massiccia, come in altre occasioni, con le realtà più rilevanti che sono, tra le altre, il Consorzio del Prosecco Doc e quello del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Docg, Italia del Vino Consorzio, Consorzio del Chianti Classico, Consorzio del Pinot Grigio delle Venezie, Farnese Group, Italian Signature Wines Academy, Leonardo Da Vinci Spa, Cantina Settesoli, Santero e Tenute Piccini, al centro di tanti incontri e Masterclass, mentre oggi ci sarà la prima volta a Parigi della degustazione dei Tre Bicchieri del Gambero rosso, ndr).
Italia che, però, almeno sul fronte della spumantistica, può consolarsi proprio con la Francia dello Champagne, grazie al Prosecco: per la grande Doc, quello francese, come raccontato a WineNews da Denis Pantini (Nomisma Wine Monitor), è diventato addirittura il quarto mercato assoluto, mentre per la Docg, spiega il Consorzio, si stima che le esportazioni verso la Francia siano cresciute ad una media del 21% all’anno negli ultimi 5 anni.
Ma al di là dei trend di consumo e del mercato, come detto, uno dei grandi temi che attraversa l’industria del vino è quello legato alla sostenibilità, al centro di tanti appuntamenti e focus di Vinexpo Paris. E soprattutto, del fitto ciclo di focus e conferenze messe in piedi, lungo tutti i tre giorni della kermesse, dal colosso del grande vino (e del lusso) francese Lvmh, con la divisione dedicata a vino e spirits Moët Hennessy (con marchi come Hennessy, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Dom Pérignon, Ruinart, Krug, tra gli altri), che ha chiamato a raccolta produttori, ricercatori ed esperti da tutto il mondo a parlare di lotta al cambiamento climatico, di certificazioni di sostenibilità, di tutela dei suoli, ma anche del futuro del vino nell’alta cucina, con il parere, decisamente autorevole, di uno dei più grandi chef al mondo, monsieur Alain Ducasse.

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