
Il cinema “nei suoi molteplici generi, ha contribuito a raccontare la nostra storia, a scriverla, a interpretarla. Con emozioni e immagini, con verità e fantasia, con i volti che sono impressi nella nostra memoria” e “a formare l’identità degli italiani; ha aiutato a sviluppare una lingua comune, a far maturare una coscienza civica, e dunque a rafforzare le basi della nostra libertà e della nostra democrazia. A pochi giorni dall’ottantesimo della Liberazione torna alla mente “Roma città aperta”, capolavoro di Roberto Rossellini, che aprì la finestra su un’Italia che voleva ripartire”, ma “il cinema ha subito ripreso a camminare velocemente insieme alla società. A camminare nella libertà. Presentando al mondo l’originalità e la creatività italiana. Nel 1965 “Ieri, oggi, domani” di Vittorio De Sica vinse il Premio Oscar. Nel 1975, 10 anni dopo, con “Amarcord” Federico Fellini si confermò maestro del cinema mondiale, rendendo universali volti e parole della sua Romagna. È istruttivo sfogliare le pagine del nostro cinema, decennio dopo decennio. I “David di Donatello” contengono tutte queste pagine. Sono parte della storia della Repubblica. Con i momenti più belli, con le difficoltà, con i sogni, con gli affanni”. Parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, nei giorni scorsi, al Quirinale a Roma, ha ricevuto i candidati ai Premi “David di Donatello” 2025 celebrandone l’edizione n. 70.
Una cerimonia condotta da Geppi Cucciari, con la proiezione di un video realizzato da Rai Cultura sulla storia del premio, gli interventi del Ministro della Cultura Alessandro Giuli e di Piera Detassis, presidente e direttore artistico dell’Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, la lettura delle nomination e le interviste al David alla Carriera Pupi Avati (protagonista in un “cameo” WineNews con il maestro della fotografia e Premio Oscar Vittorio Storaro, nel quale raccontano la bellezza dell’agricoltura e del vino visti dall’obbiettivi della cinepresa e della macchina fotografica), ed al vincitore del Premio Cinecittà David 70 Giuseppe Tornatore, che nei suoi film ha raccontato la sua Sicilia, anche “enogastronomica”, due giganti indiscussi del cinema italiano.
E che ha preceduto la cerimonia di assegnazione dello storico e prestigioso riconoscimento italiano a Cinecittà, dove, anche il mondo dell’agricoltura è stato protagonista, poiché a trionfare è stato “Vermiglio” della regista Maura Delpero - che ha conquistato ben sette premi, tra cui quello per il Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Sceneggiatura Originale - raccontando al mondo le nostre radici, come hanno fatto altre opere che si innestano nello stesso filone cinematografico - capolavori come, tra gli altri, “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi e “Novecento” di Bernardo Bertolucci - che mette al centro la vita, la quotidianità e la cultura della civiltà contadina italiana del secolo scorso, profondamente legata alla campagna, alle piante, agli animali e ai ritmi della natura. Tra i premiati, con il “David dello Spettatore”, anche “Diamanti” del grande regista Ferzan Özpetek, che, recentemente intervistato da WineNews, ha raccontato di essere un collezionista di vino.
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