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FILIPPO E FRANCESCO MAZZEI: “CASTELLO DI FONTERUTOLI ORA CONCENTRA GLI INVESTIMENTI SULLE CANTINE”

Negli ultimi quattro anni ha raddoppiato le vendite, ormai arrivate a sfiorare i dieci miliardi, facendosi largo all’estero, soprattutto negli Stati Uniti e in Germania: ora che ha “conquistato” i mercati, la Marchesi Mazzei, produttrice di una delle etichette più prestigiose del Chianti Classico (Castello di Fonterutoli), sta ultimando la costruzione della nuova cantina, nella quale investirà 4,5 miliardi. Appena fuori dall’antico borgo di Fonterutoli, nascerà una struttura all’avanguardia progettata per 80 ettari di vigneto, traguardo cui l’azienda - che ora possiede 60 ettari nel Chianti Classico, per i due terzi reimpiantati di recente (oltre a 9 ettari nel territorio del Morellino, destinati a salire a 36) - punta per raggiungere la dimensione ottimale. “Le 500.000 bottiglie prodotte oggi danno già una buona visibilità sul mercato - spiegano i fratelli Filippo e Francesco Mazzei, amministratori delegati - per questo i prossimi investimenti saranno mirati non tanto alla crescita delle dimensioni, ma al miglioramento della qualità del prodotto e dell’immagine”. Su questo fronte la strategia aziendale è stata rivoluzionata anni fa, con la decisione di mettere un argine alla moda dilagante dei “supertuscan” e di puntare con convinzione sul Chianti Classico. Dal ’98 il primo vino della tenuta è il Castello di Fonterutoli, seguito da un altro Chianti Classico, il Fonterutoli, e dal Badiola. “Il concetto - spiegano Filippo e Francesco Mazzei - è quello di mettere un freno all’uso delle uve migliori per fare vini che non siano Chianti Classico. Intendiamo mantenere un legame forte col territorio e speriamo che altri seguano la nostra stessa strada, riportando il Chianti Classico a essere il vino di punta dell’azienda”. L’operazione guarda lontano: “crediamo - aggiungono i Mazzei - che la docg, vista come strumento per identificare i prodotti del territorio, sia l’unico cavallo di battaglia per il futuro; non vediamo grandi prospettive per i supertuscan”. Tanto che l’unico rosso d’eccellenza prodotto al di fuori della denominazione è rimasto il Siepi, lanciato nel 1992, che dà appena 30.000 bottiglie nelle annate migliori.

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