Non solo nella moda, nel design e sulla tavola: l’italian style fa tendenza anche nel vigneto. Dall’Australia alla California, passando per Cile, Sudafrica e Argentina, spopolano i vitigni di casa nostra, e Sangiovese, Nebbiolo e Sagrantino sono pronti a prendere il posto di Cabernet & Co. Gli “internazionali” del futuro saranno dunque gli autoctoni italiani? Il primo vitigno ad uscire dai confini nazionali è stato il Sangiovese, che partito dalla Toscana è ormai diventato “cittadino” onorario in California, in Cile, in Australia e addirittura in Francia. Poi è toccato allo scontroso Nebbiolo, ormai amato praticamente ovunque nei Paesi del Nuovo Mondo. L’ultimo trend è l’antico vitigno umbro Sagrantino, letteralmente adorato in Australia. La sfida tra vitigni autoctoni e varietà internazionali sarà protagonista al Vinitaly (a Verona dal 3 al 7 aprile), promossa dalla cantina umbra Caprai, che ha lanciato il Sagrantino alla ribalta dello scenario mondiale.
Lo scontro tra vitigni italiani e internazionali non sembra quindi affievolirsi, anzi, pare trovare nuovi spunti e temi di discussione. A cominciare da una più ampia definizione delle due categorie. Se è vero, infatti, che fino ad oggi le tipologie internazionali, quelle cioè ad ampia diffusione globale, sono state in larga parte rappresentate dai vari Chardonnay, Sauvignon, Merlot, Cabernet, Syrah e compagni (che ovviamente sono invece autoctone nelle regioni francesi di provenienza), prende forma una nuova e inaspettata tendenza, indicativa della grande reputazione del vino di casa nostra: la diffusione nel mondo delle varietà tradizionali italiane.
Ecco allora i Sangiovese californiani, esplosi grazie alla scia lunga del successo dei Supertuscan negli States, quelli cileni, australiani e francesi; per non parlare della diffusione del Nebbiolo, amato praticamente ovunque nei paesi del Nuovo Mondo, dai soliti californiani all'Oregon, passando per Pennsylvania, Tennessee, Virginia, Washington, fino a Messico, Argentina, Cile, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa; e che dire dell'ultima passione australiana per il Sagrantino? Lo storico vitigno di Montefalco, dal cuore dell'Umbria e d'Italia, riportato in auge dall'azienda Caprai, sembra incontrare il favore di un numero crescente di produttori, travalicando confini regionali, nazionali e addirittura continentali.
“Sicuramente è un fatto nuovo - spiega Marco Caprai, titolare della griffe umbra - i cui scenari sono ancora lontani dall'essere nitidamente fotografati. La cosa certa è che il vino italiano, e dunque anche i suoi vitigni, cominciano ad essere preso come riferimento dai produttori di tutto il mondo. L'Italia, come la Francia, sta diventando sinonimo di grande vino, di eccellenza assoluta degna di essere presa ad esempio”. Quel che è certo, comunque, è che al di la dei vitigni utilizzati (e certo la diffusione globale di quelli italiani potrebbe aiutare una loro migliore comprensione e conoscenza, sostenendo l'apprezzamento dei vini di casa nostra) a fare la differenza circa la qualità di un vino, intesa nel senso più intimo e profondo del termine, sia e resti il territorio di origine. Dire di un vino che è un Bordeaux o un Borgogna ha un valore straordinariamente superiore rispetto a presentarlo come un Merlot, un Cabernet o un Pinot Nero. Come evocare i suggestivi paesaggi delle Langhe o di Montalcino, del Chianti Classico o di Montefalco, non ha paragone col fascino di un semplice Nebbiolo, Sangiovese o Sagrantino che sia.
Per indagare questi ad altri aspetti legati al tema, per cominciare a confrontarsi con le nuove realtà evitando di chiudere gli occhi, facendo finta di snobbare o ignorare quello che accade nei nuovi Paesi produttori, proprio l'azienda Caprai ha deciso di promuovere un dibattito. L'evento sarà di scena il 4 aprile a Vinitaly e vedrà la presentazione di numerosi casi aziendali e la degustazione di altrettanti vini, a partire dal confronto Montefalco - Australia sul Sagrantino. I risvolti del dibattito, battezzato “Judgment of Verona”, potranno anche essere seguiti sul sito www.capraiduepuntozero.it, la nuova community del vino lanciata dall'azienda umbra.
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