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Vino per Ken Follet … “Top 10” di cantine del mondo da visitare: al top Mouton Rothschild (per Italia, Banfi Montalcino) … James Bond, Champagne? … Sauvignon record in New Zeland … Parker: “vino francese punto di riferimento”
di Andrea Gabbrielli

- I gusti vinicoli di Ken Follet
“Bevo Champagne tutti i giorni” ha dichiarato in un intervista all’agenzia spagnola Efe il notissimo scrittore britannico Ken Follet, autore di best seller quali “La cruna dell’ago” o ”I pilastri della terra”. “Avevo 25 anni quando ho iniziato a bere del buon vino - ha confidato al giornalista che lo intervistava - perché prima, durante l’Università, ho solo consumato delle cose orribili. A quell’epoca i supermercati inglesi di francese vendevano solo tre tipi di bianco e tre di rosso. Insomma non come adesso che è possibile trovare tutte le marche”. A Follet, lo Champagne è sempre piaciuto ma le sue finanze non gli permettevano di consumarlo se non nelle occasioni speciali. Poi al compimento dei 28 anni, grazie al successo internazionale del libro “La cruna dell’ago” e all’impennata dei suoi redditi, decise che si poteva permettere di bere Champagne tutti i giorni. Ed è ciò che tuttora fa. I suoi preferiti sono il Salon ma non disdegna né il Delamotte e nemmeno Bollinger. Allo scrittore però piacciono anche i rossi e in modo particolare i grandi bordolesi “Sono un fan di Château Pichon Longueville Comtesse de Lalande però mi piace anche Château Latour. L’unico problema di Latour - ha osservato - è che bisogna aspettare almeno trent’anni prima di berlo perché matura molto lentamente”. Insomma, non solo appassionato ma anche intenditore.

- La “Top 10” delle cantine del mondo da visitare
Il quotidiano britannico “The Guardian” ha chiesto a Robert Joseph, autore del “Footprint’s Wine Travel Guide to the World”, il compito di stilare la “Top 10” delle cantine del mondo da visitare.
Ecco la classifica:
1 - primo in assoluto, il celeberrimo Château Mouton Rothschild, situato nei pressi del piccolo villaggio di Pauillac, ad una cinquantina di chilometri da Bordeaux. È l’unico château di questa levatura ad accettare liberamente i visitatori (ma naturalmente è meglio prenotarsi, ndr);
2 - la cantina di Robert Mondavi nella Napa Valley in California, una vera e propria pietra miliare per la nascita dell’enoturismo nel mondo;
3 - la Weingut Juliusspital in Franconia, nei pressi di Würzburg, in Germania. Di origine seicentesca è sede di eventi culturali;
4 - a Beaune, il Musée du Vin de Bourgogne istallato nell’antico Palais des Ducs de Bourgogne. Tutta la storia della vite e del vino sino ai giorni nostri;
5 - Penfolds Magill Estate situata alla periferia di Adelaide in South Australia. È qui che è nato il Grange, il più famoso rosso australiano;
6 - Stonyridge Vineyard a Waiheke Island, in Nuova Zelanda: una delle più belle cantine del paese è facilmente raggiungibile da Auckland con appena 35 minuti di traghetto;
7 - Marqués de Riscal di Elciego, nella Rioja Alavesa, in Spagna: la storica cantina (1858) recentemente si è arricchita con la Ciudad del Vino, disegnata dall’architetto canadese Frank O. Gehry, lo stesso del Guggenheim di Bilbao;
8 - Maison G.H. Mumm: è una delle storiche griffe dello Champagne conosciuta anche per essere la fornitrice ufficiale di jeroboam del Campionato Mondiale di Formula Uno con cui il vincitore innaffia i meccanici;
9 - Taylor’s a Vila Nova de Gaia, nei pressi di Oporto: è una delle storiche griffe del Porto;
10 - Castello Banfi a Montalcino: quella dei Mariani è l’unica cantina italiana in classifica.

James Bond, quale Champagne?
Quale è lo Champagne preferito di James Bond? I puristi, lettori di Ian Fleming e ammiratori del Bond, interpretato da Sean Connery, risponderanno “Taittinger” pensando ai film prima del 1979. In effetti, l’agente segreto con licenza di uccidere preferisce questa marca dalla sua prima apparizione fino a “Dalla Russia con amore”. Poi però il mitico Bond, almeno al cinema, sceglie un’altra marca, Bollinger. Ed è per questo che i festeggiamenti per il centenario della nascita del suo inventore, Ian Fleming (1908/1964) sono stati sponsorizzati dalle due maison. Per l’inaugurazione di una mostra all’Imperial War Museum intitolata “For your eyes only: Ian Fleming e James Bond” (Solo per i tuoi occhi: Ian Fleming e James Bond), lo Champagne è stato offerto dalla Bollinger. Ma qualche giorno dopo per l’apertura della Collezione Fleming, dedicata alle edizioni originali delle opere dello scrittore, è stata la volta di Taittinger.

- Nuova Zelanda: raccolta record di Sauvignon
L’enorme quantità di uve Sauvignon raccolte nella zona di Marlborough in Nuova Zelanda ha preso in contropiede l’industria vinicola del Paese. I volumi sono stati tali che alcuni produttori non hanno raccolto tutte le uve, visto che le cantine non erano in grado di lavorare un tale surplus. L’aumento è pari al 30% se paragonato ai volumi degli anni passati: si tratta di 160.000 tonnellate rispetto alle 120.000 dell’anno scorso.
Questa abbondanza di Sauvignon fa contento qualcuno ma preoccupa molti. Per le cantine che vendono soprattutto all’estero si tratta di sviluppare l’export, dal momento che il Sauvignon di Marlborough rappresenta il 75% delle esportazioni della Nuova Zelanda e fino ad oggi la richiesta era superiore all’offerta.
Ma una vendemmia così abbondante influirà sui prezzi? C’è chi lo teme, visto che fino ad oggi il disequilibrio tra domanda e offerta giocava a favore dei produttori neo-zelandesi. Infatti, se una vendemmia così ricca potrà agire come elemento di equilibrio è anche vero il mercato interno potrà avere qualche difficoltà ad assorbire l’enorme quantità di prodotto, con una possibile calo dei prezzi.

- Robert Parker “Il vino francese è il punto di riferimento”
Robert Parker, in una intervista esclusiva, a “Le Figaro” ha dichiarato che “il vino francese resta il punto di riferimento per tutti i produttori di grandi vini. La sua “grandeur” e la sua intrinseca qualità sono diventati gli indicatori universali che influenzano tutti i viticoltori degli altri Paesi quando devono giudicare il loro prodotto. Al giorno d’oggi, i vini francesi sono cresciuti considerevolmente in qualità anche nelle annate difficili”.
Il guru americano si è poi espresso sull’annata 2007 a Bordeaux: “è andata meglio di quello che pensavo. I migliori châteaux che hanno potuto fare una rigorosa selezione delle uve, hanno prodotto vini fruttati, dolci, molto accattivanti che saranno piacevoli da bere nei prossimi anni. Non hanno la densità, la struttura e la potenza delle grandi annate, ma puntano sulla finezza e sulla eleganza, e sono generalmente bene equilibrati. Purtroppo i vini di qualità inferiore, che costituiscono la gran parte della produzione, sono piatti, con un gusto erbaceo quasi vegetale e nel complesso, deludenti”.

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