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I LIMITI DELLO STUDIO DELLA RIVISTA INGLESE “LANCET”, CHE INDICA L’ALCOL COME LA DROGA PIÙ PERICOLOSA: SUI LIMITI DELLA RICERCA E LE PROFONDE DIFFERENZE TRA ALCOL E DROGA, NE ABBIAMO PARLATO CON ANDREA MUCCIOLI (COMUNITA’ DI SAN PATRIGNANO)

Italia
Andrea Muccioli

La ricerca della rivista inglese “Lancet” (relativa esclusivamente agli usi e costumi del Regno Unito, ndr), che indica l’alcol come la droga più pericolosa, ha causato reazioni che vanno dall’allarmismo all’indignazione: ne abbiamo parlato con Andrea Muccioli (ascolta l’intervista completa su www.winenews.tv), patron della Comunità di San Patrignano, che critica aspramente il gruppo di studiosi inglesi, “noti sostenitori della legalizzazione di droghe come la marijuana considerate erroneamente leggere, fautori di approcci ideologici travestiti e mascherati da scienza che lasciano il tempo che trovano e aggiungono solo confusione alla confusione”. Ciò su cui non ci si è soffermati abbastanza è piuttosto la natura stessa dell’alcol, se sia cioè una droga oppure no, ed è proprio Muccioli a far notare come “la natura stessa dell’alcol non lo rende paragonabile ad una qualsiasi altra droga: sostanze illecite, come ecstasy, cocaina, marijuana, hanno una sola possibilità di utilizzo, quasi obbligata, la ricerca dello “sballo”, dell’alterazione della propria percezione di sé e della realtà”. L’alcol, al contrario, offre una doppia possibilità di fruizione, la ricerca sobria e misurata del piacere per un buon bicchiere di vino, o l’abuso, che porta a problemi reali come l’alcolismo giovanile: ecco perché considerare l’alcol al livello di una droga è sbagliato, perché genera confusione. Da qui la necessità di una riflessione, che porti il mondo delle bevande alcoliche a smarcarsi da una posizione scomoda e che non gli compete, quella di droga più pericolosa. L’alcol in generale, e il vino in particolare, non nascono e non fanno parte della nostra cultura in quanto sostanze che provocano lo “sballo”, ma come momenti di piacere consapevole, “una consapevolezza - spiega Muccioli - forse assente nelle giovani generazione, ma che l’impegno della società civile ed istituzionale deve fare in modo di ripristinare, informando responsabilmente sui rischi dell’abuso, e punendo chi vende, irresponsabilmente e contro la legge, alcol ai più giovani”.

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