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Il “Gallo Nero” canta all’Unesco: il Consorzio del Chianti Classico (con la Fondazione per Tutela del Territorio) lancia l’idea della candidatura del territorio a Patrimonio immateriale tra vino, paesaggi, risorse culturali, storiche, architettoniche

Italia
Il Chianti Classico inizia il percorso verso la candidatura Unesco

Il “Gallo Nero” canta all’Unesco: il Consorzio del Chianti Classico (insieme alla Fondazione per la Tutela del Territorio), come anticipato questa mattina dai rumors di WineNews, lancia l’idea della candidatura del territorio a Patrimonio immateriale dell’Unesco. Non solo come paesaggio viticolo come le Langhe e il Monferrato ma come complesso di risorse culturali, storiche ed architettoniche di cui è ricco quello che è un vero distretto agricolo in cui il vino, ovviamente, gioca un ruolo predominante, con 580 associati al Consorzio, 376 aziende che presentano le proprie etichette, e numeri da “grande impresa”, con un fatturato globale stimabile in oltre 700 milioni di euro, ed un valore della produzione vinicola imbottigliata sui 400 milioni.
Un investimento importante per il territorio, che dovrà coinvolgere diverse anime e realtà, anche per raccogliere i 230-240.000 euro stimati per sostenere le spese di un percorso mai semplice e banale, il cui iter può durare spesso più di 3-4 anni prima di giungere a compimento.

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