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Il Primitivo di Bruno Vespa nel mirino della microcriminalità: a Lizzano, nel territorio di Manduria, tagliati 70 ceppi. Il conduttore di “Porta a Porta” a WineNews: “mafiosetti locali, ma con me cascano male, non cederò né pressioni né a ricatti”

Italia
Il giornalista e vignaiolo Bruno Vespa, con i figli Federico e Alessandro

Brutto risveglio, sabato mattina, per Bruno Vespa: il conduttore di “Porta a Porta”, che dal 2012 si è lasciato conquistare dal mondo del vino, con un’azienda tutta sua, “Futura 14”, in Puglia, ha dovuto fare i conti con un brutto atto intimidatorio, 70 ceppi di Primitivo tagliati, tra i filari di Lizzano acquistati un anno fa dal giornalista. “Sabato mattina - racconta Vespa a WineNews - la persona che sovrintende alla vendemmia mi ha chiamato dicendomi “devo darti una brutta notizia: ieri abbiamo finito la vendemmia del Fiano, e stamattina sono andato a vedere come stanno le vigne di Primitivo, perché tra pochi giorni iniziamo la raccolta, ed ho trovato 70 ceppi tagliati”. Pronta la denuncia ai Carabinieri - continua il giornalista - mentre io ho rilasciato immediatamente una dichiarazione, dicendo che, secondo me, si tratta di mafiosetti locali, che comunque con me cascano male, nel senso che io non ritengo di dover subire pressioni o piccoli ricatti, né diretti né indiretti. Dico questo perché, attraverso le dichiarazioni di Confagricoltura e Coldiretti, ho scoperto che il clima in certe zone non è dei migliori, magari ti offrono la “guardiania” o cose del genere, diventando un pizzo indiretto, e a me non sta bene. Credo che i Carabinieri stiano seguendo con attenzione questa vicenda, anche perché può rappresentare un piccolo faro su tante situazioni di micro criminalità e di abuso che non vanno bene”.

“Hanno colpito il Primitivo di Manduria - aggiunge il conduttore di “Porta a Porta” - nelle vigne di Lizzano, negli 8 ettari che ho comprato un anno fa, coltivati soprattutto a Primitivo perché il comune rientra nella Doc del Primitivo di Manduria. Sono ovviamente dispiaciuto, non tanto per il danno, si tratta appena di un quintale di uva persa, ma è il gesto. Comunque, ho ricevuto una solidarietà gigantesca, da autorità locali, produttori, sommelier, spero che una cosa del genere non si ripete, ma sarebbe comunque sempre peggio per loro che per me. Io non credo che si tratti di una criminalità importante - conclude Vespa - ma di una piccola e sciocca criminalità che invece di seguire la strada dritta cerca qualche scorciatoia, ed è bene invece che si rimetta sulla retta via ...”.

“È un brutto segnale, hanno voluto colpire un simbolo, una persona nota a tutti per l’investimento fatto nelle nostre campagne - ha commentato Luca Lazzaro, presidente di Confagricoltura Taranto - intimidazioni del genere nel mondo agricolo ci sono sempre state e purtroppo credo che ce ne saranno a Taranto. È ovvio, però, che quando colpisci una persona molto nota amplifichi la diffusione del segnale intimidatorio: è un po’ come se colpissi tutti i vignaioli e rischi di scoraggiare anche chi, dopo Vespa, vuole venire qui ad investire. Perché non va trascurato un dato: oggi l’area di Manduria è in grande crescita. Se vuoi comprare qualche ettaro sparso di vigneto, lo puoi fare ancora, ma se pensi di acquisire una proprietà o un’azienda agricola di dimensioni significative, di fatto non ce ne sono più. C’è la fila dei compratori. E non solo per comprare vigneti ma anche complessi immobiliari come le nostre masserie. Bruno Vespa - ha aggiunto Lazzaro - si sta impegnando in un progetto importante tra Lizzano e Manduria. Una personalità come lui poteva investire in qualunque parte d’Italia, a partire dalla Toscana, e invece ha scelto la Puglia, il Tarantino, perché apprezza come la natura è qui presente, come stiamo sviluppando la cultura del vino e come stiamo accompagnando il prodotto a posizionarsi sempre meglio sul mercato. Non a caso abbiamo voluto che Vespa fosse anche testimonial di alcuni eventi proprio a Manduria”.

Viva condanna per il “vile atto ai danni del giornalista Vespa che stiamo seguendo nella sua attività di vitivinicoltore e promotore del territorio pugliese”, viene espressa anche dal presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, anch’egli vitivinicoltore. “Le ragioni dovranno essere accertate dagli inquirenti - aggiunge - resta il fatto che si tratta di un gesto che ha arrecato un danno a Vespa, ma anche all’immagine complessiva di una regione accogliente produttiva, laboriosa che non accetta in alcun modo episodi lesivi di un settore che è asset strategico per lo sviluppo di tutta l’economia pugliese”.

Tra gli attestati di solidarietà, anche quello arrivato da Cantina Due Palme, la più grande cooperativa pugliese, di Cellino San Marco: “un atto ignobile, per il quale le autorità giudiziarie troveranno sicuramente una soluzione - commenta Angelo Maci, presidente di Cantine Due Palme - intanto quel che è accaduto deve essere elemento di profonda riflessione per tutti: politici e imprenditori. Un danno di immagine per la provincia di Taranto, per il Salento e per la Puglia tutta. Un danno in termini di mancata sicurezza per un imprenditore che vuole venire a investire denaro e risorse in questa parte di Sud che ha grandi potenzialità. Noi per primi, nel 2012, abbiamo scelto la provincia di Taranto e il territorio di Lizzano per ampliare la capacità produttiva della nostra cooperativa. Sarebbe stato sufficiente acquistare il vino per potere avere un Primitivo Doc, ma la grande sfida per l’azienda Due Palme e per Taranto, è stata un investimento che nel 2012, con l’acquisizione della cantina di San Gaetano a Lizzano, si è ridata vita a 160 viticoltori del tarantino con i loro 200 ettari. Bruno Vespa - continua Maci - ha dichiarato di essere pronto a ripartire, ma siamo sicuri che quanto accaduto non metta a rischio il desiderio del giornalista di continuare a investire a Taranto? La politica deve scongiurare questo pericolo e lo dico da imprenditore che ogni giorno deve fare i conti con investimenti e ricavi. Un clima di serenità politica e istituzionale può contribuire a creare un humus accattivante per chi decide di mettere in gioco il proprio denaro. Io da imprenditore e da amico sarò al fianco di Bruno Vespa, che tra l’altro quest’anno ha scelto la nostra cantina di Lizzano per trasformare i suoi vini. Mi auguro che la provincia di Taranto con le sue istituzioni possa farsi da garante per il ripristino di una serenità che per un imprenditore è elemento essenziale per sviluppare il proprio business”. “Qui non è in discussione il valore economico del danno fatto - spiega ancora il presidente di Cantine Due Palme - ma il gesto ha una valenza ben più importante se si dovesse valutare il danno di immagine e lo scoramento che una bravata simile può scatenare in chi ha voglia di lavorare con la schiena dritta e senza scendere a compromessi. Questo è il momento più delicato per la vita professionale di un imprenditore agricolo. Siamo prossimi alla raccolta delle uve del primitivo, insomma oggi si tirano le somme del lavoro durato un anno intero. Nessuno si lascerà intimorire da questo gesto - conclude Maci - men che meno Bruno Vespa che ha già dichiarato che tirerà dritto, ma oggi più che mai serve che la comunità intera faccia squadra e che dalla solidarietà all’uomo e all’imprenditore passi alla tutela dei diritti per chi vive e per chi investe in un Sud che non merita di essere oltraggiato da gesti così meschini”.

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