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Nel primo trimestre 2017, Francia, Italia e Spagna hanno movimentato l’83% del mercato mondiale delle bollicine in valore e l’86,9% in volume. Lo Champagne, da solo, pesa per il 48% del valore totale, il Prosecco, invece, per il 23% dei volumi

Francia, Italia e Spagna, insieme, rappresentano l’83% del mercato mondiale delle bollicine in valore e l’86,9% in volume. Ognuno, però, con un posizionamento ed una rilevanza diversa, come emerge dai dati delle dogane dei primi tre mesi 2017 analizzati dal portale enoico spagnolo “Vinetur” (www.vinetur.es). Le spedizioni dei tre grandi produttori di sparkling, così, hanno toccato nel periodo i 166,7 milioni di litri, ossia 222,2 milioni di bottiglie, per un valore pari a 1,117 miliardi di euro, per un prezzo medio di 6,71 euro al litro, ossia 5 euro a bottiglia, superiore a qualsiasi altra categoria di vino. Se guardiamo alle performance delle singole denominazioni, invece, Champagne, Prosecco e Cava sommano i due terzi del totale delle esportazioni delle bollicine in valore, ma solo il 47% in volume. Con grandi differenze tra i tre: lo Champagne si conferma leader assoluto in valore, nonostante non lo sia nei volumi, con un prezzo medio altissimo rispetto agli altri, il Prosecco vince per volumi ed il Cava si piazza in terza posizione in entrambi i casi, con volumi importanti e prezzi ancora troppo bassi.
Restando sulle quantità totali dei tre grandi produttori, lo Champagne vale il 48% in valore delle esportazioni complessive, ed appena il 12% dei volumi, con un prezzo medio di ben 26,72 euro al litro, a fronte di una media che, per le altre bollicine francesi, è di appena 4,27 euro al litro. Sommando tutti gli sparkling francesi, sia Dop (5,3 milioni di litri) che senza denominazione (7,4 milioni di litri) le esportazioni francesi raggiungono il 53,4% del valore complessivo di tutte le bollicine esportate nel mondo, ed il 20,4% dei volumi. Il Prosecco, invece, fattura ancora meno della metà dello Champagne, nonostante la grande crescita degli ultimi anni: nel primo trimestre dell’anno spedizioni a 38,3 milioni di litri, ossia 51 milioni di bottiglie, quasi il doppio dello Champagne (26,8 milioni di bottiglie) e del Cava (26 milioni di bottiglie).
D’altro canto, la rilevanza economica nella dinamica dell’export complessivo delle bollicine è ben diversa: il Prosecco, in valore, pesa per il 13,3% del commercio di bollicine mondiale, e per il 23% in volume. Insieme all’Asti, che nel trimestre ha toccato i 18,7 milioni di euro per 5,6 milioni di litri esportati, ed agli altri sparkling italiani, compresi quindi Franciacorta e Trentodoc, il settore vale il 22% del valore totale ed il 45% dei volumi delle spedizioni di bollicine nei primi tre mesi 2017.
Champagne e Prosecco hanno anche un peso diverso rispetto alla propria produzione nazionale: il primo rappresenta il 90% del valore ed il 59% dei volumi delle esportazioni degli spumanti francesi, il secondo il 60% del valore ed il 51% dei volumi di quelli italiani, mentre le spedizioni di Cava valgono, rispettivamente, il 73,5% ed il 54% sul totale spagnolo. In quanto ai prezzi medi, il Prosecco è ben distante dallo Champagne (3,88 euro al litro), ma davanti all’Asti (3,35 euro al litro) ed al Cava (3,20 euro al litro) che, in questi primi tre mesi dell’anno, ha spedito in tutto il mondo un totale di 19,5 milioni di litri (25,9 milioni di bottiglie) per un fatturato complessivo di 62,2 milioni di euro.

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