Il vino Chianti, “figlio” della denominazione più grande di Toscana, (800.000 ettolitri di vino prodotti in media ogni anno, 87 milioni di bottiglie in commercio, un export del 65%, per un giro d’affari complessivo di 400 milioni di euro, www.consorziovinochianti.it) dal 2018 potrà essere imbottigliato solo dentro ai confini della Regione. “Dal 1 Gennaio 2018 dopo lungo iter amministrativo, entrerà in vigore a tutti gli effetti la modifica dell’art. 5 comma 1 del disciplinare di produzione Vino Chianti nel quale si prevede che il vino Chianti Docg si potrà imbottigliare, fatte salve le deroghe ed i diritti acquisiti nel tempo dalle aziende imbottigliatrici, soltanto in Toscana per garantire maggiore tracciabilità, maggiori e tempestivi controlli del prodotto, tutelando così il consumatore”. Così il Consorzio del Vino Chianti annuncia l’importante novità introdotta nel disciplinare del Chianti Docg.
“Si tratta della modifica della delimitazione della zona di vinificazione, invecchiamento imbottigliamento e affinamento - spiega Giovanni Busi, presidente del Consorzio - in quanto fino ad oggi infatti era possibile imbottigliare il nostro vino Chianti in tutto il mondo. Dal 1 gennaio 2018 grazie a questa modifica al disciplinare di produzione si potrà imbottigliare esclusivamente in quasi tutto il territorio della Toscana”.
Non riguarderanno questo provvedimento, come previsto dalla regolamentazione dell’Unione Europea, le aziende confezionatrici ubicate fuori della Toscana che hanno già acquisito il diritto: cioè coloro che imbottigliano Chianti per almeno due anni negli ultimi cinque. In questo modo sarà però possibile bloccare ogni nuovo imbottigliatore con sede fuori dalla Regione Toscana garantendo un maggiore controllo dell’intera filiera e dell’effettiva qualità del vino imbottigliato.
“Per adesso, dopo l’approvazione in sede nazionale, operiamo in regime di “Etichettatura transitoria” in attesa che il fascicolo con la modifica in argomento, venga approvato in via definitiva in sede comunitaria, i cui tempi non sono al momento quantificabili. Auspichiamo che la modifica apportata al disciplinare, che va essenzialmente verso la tutela del consumatore, venga approvato in sede comunitaria senza ulteriori rinvii o altro, ponendo in secondo piano la logica di non porre limiti alla attività imprenditoriale e della circolazione interna delle merci. È un passaggio fondamentale per il futuro del vino Chianti - continua Busi - che arriva in un momento in cui è sempre più necessario tutelare il consumatore attraverso un filiera controllata e garantita. Con questa modifica poniamo fine ad una discussione che si trascina da oltre quindici anni e che permetterà di difendere con maggiore forza il nostro prodotto”.
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