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LUTTO NELL’ALTA CUCINA

Si è spento il “genio” della cucina francese: Joël Robuchon, lo chef più stellato al mondo

“Per essere originali torniamo alle origini. Voi italiani avete nella cucina conviviale lo strumento”: aveva detto quando WineNews lo ha incontrato
ATELIER ROBUCHON, CUCINA FRANCESE, JOËL ROBUCHON, Non Solo Vino
Addio al grande chef francese Joël Robuchon

Prodotti di altissima qualità scelti con rigore maniacale, ed una semplicità di esecuzione unica, dettata da un talento innato, e dalla formazione dei suoi chef: sono questi gli “ingredienti” del “genio” della cucina francese, Joël Robuchon, lo chef con più stelle Michelin al mondo (oltre 30), a capo di un vero “impero” gastronomico con ristoranti aperti (quasi 30) in tutto il mondo, scomparso oggi a 73 anni a Ginevra in Svizzera. “Per essere originali torniamo alle origini, per ritrovare una grande cucina torniamo a quella delle nonne. Soprattutto voi italiani avete in quella cucina familiare e conviviale lo strumento e la sapienza, se saprete interpretarla e rilanciarla, può diventare la più importante cucina del mondo” aveva detto, quando WineNews lo ha incontrato, nel 2002, al Salone del Vino a Torino, nella “Lezione dei cuochi del secolo” con Fredy Girardet. L’alta cucina? “Spesso è semplice gioco di prestigio: è ricoprire incapacità tecniche e deficienze della materia prima, ricorrendo a degli artifici. I cosiddetti creativi sono convinti che basta combinare un po’ di cose in modo insolito per fare un piatto. No, la creatività è un’altra cosa: è saper dare armonia a piatti che devono avere gusto e profumo. È creare un piatto che resta. Quello è davvero difficile”.
Dopo Paul Bocuse, nei mesi scorsi, come annunciato dal quotidiano “Le Figarò”, la Francia perde un altro dei suoi grandi maestri della cucina. Chef di fama mondiale, nella sua vita ha collezionato premi e riconoscimenti, tra cui la distinzione di Meilleur Ouvrier de France in cuisine nel 1976, Miglior Cuoco dell’Anno nel 1987 e Miglior Cuoco del Secolo nel 1990 per la Guida Gault et Millau.
Lo chef, nato a Poitiers nel 1945, dopo aver abbandonato la carriera ecclesiastica per la gastronomia, a soli 29 anni dirige 90 cuochi nelle cucine dell’Hotel Concorde Lafayette a Parigi. Nel 1981 apre il suo primo ristorante a Parigi, Le Jamin, ottenendo tre stelle in tre anni, prima volta nella storia della gastronomia. Nel 1994 nasce il ristorante che porta il suo nome, subito consacrato dall’International Herald Tribune come Miglior Ristorante al Mondo.
A 50 anni, come promesso ma sorprendendo tutti, si era ritirato dedicando gli ultimi 20 anni della sua vita, lontano dalla pressione delle guide, a trasmettere la sua conoscenza attraverso libri, viaggi alla scoperta di nuovi prodotti e nuove tecniche, ma anche con pionieristici programmi tv (con Bon Appétit Bien Sûr, la trasmissione di cucina più diffusa su France 3 dal 2000 al 2009, poi su Gourmet Tv fino a YouTube, con chef ospiti per preparare ricette accessibili al grande pubblico, semplici e al giusto prezzo) e il magazine Planète Gourmande. E, soprattutto, aprendo i celebri Atelier Robuchon per portare avanti in tutto il mondo la sua idea di una cucina in cui i prodotti di altissima qualità fanno rima con convivialità, lontano dall’idea di ristorante “classico”, i primi nel 2003 a Parigi e Tokyo, poi da Las Vegas a New York, da Londra, a Hong Kong, da Taipei a Singapore, da Bangkok a Shanghai fino Montréal. La semplicità è l’ingrediente anche del ristorante gourmet a 3 stelle in un castello in stile francese nel cuore di Tokyo, di un altro 3 stelle a Macao in cima a un casinò, e di un altro ancora modellato su una villa, sempre a 3 stelle, nel Mgm Casino a Las Vegas. E, ancora il ristorante Joel Robuchon a Monaco (2 stelle) e il suo ristorante giapponese Yoshi (1 stella) sempre a Montecarlo, fino agli ultimi nati nel 2016 a New-York, Miami e Ginevra, accanto ai satelliti, le sale da tè e le pasticcerie.

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