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PREVISIONI IWSR

Cina, le importazioni enoiche nel 2019 a +8%. Frena la crescita, ma non la rivoluzione dei consumi

Ritmi più lenti per le importazioni di vino di Pechino, cala anche la produzione interna, ma il futuro è di Bacco
CINA, IMPORT, IWSR, vino, Mondo
In Cina si fanno largo i brand italiani del vino

Non può crescere per sempre, o almeno non ai ritmi cui ci aveva abituato in questi ultimi anni. La Cina, che da quando è scoppiata la guerra commerciale con gli Usa non ha più reso disponibili i dati doganali delle proprie importazioni enoiche, è destinata a rallentare. A dirlo, le previsioni dell'IWSR - International Wine & Spirits Research, secondo cui le importazioni enoiche di Pechino, nel 2019, cresceranno dell'8%. Che, su un giro d'affari che nei primi sei mesi 2018 aveva toccato gli 1,73 miliardi di euro, è comunque rilevante, eppure qualche segnale di allarme era arrivato già in coda al 2018, con un report della China Alcoholic Drinks Association che parlava di margini sempre più stretti per i principali wine merchant del Paese. Rallenteranno gli acquisti, ma non si fermerà il cambiamento radicale dei consumi. Così, se i giovani continueranno ad avvicinarsi con sempre maggior convinzione, conoscenza e consapevolezza al vino, anche i più grandi, specie per motivi salutistici, abbandoneranno via via il Baiju per il vino. La rivoluzione, però, sarà lenta, anche più del previsto, nonostante il calo della produzione interna (-6,8% da qui al 2022, a 801,6 milioni di bottiglie) cui fa da contraltare l'incertezza derivante dalle tensioni, tutte commerciali, con gli Usa.

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