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MARCHI E CLASSIFICHE

Yellow Tail e Casillero del Diablo sono (di nuovo) i brand del vino più forti al mondo

Nella “Global Wine Brand Power 2020 Index” di Wine Intelligence anche Antinori (in Belgio), Riunite (in Messico), Tommasi e Masi (in Svezia)

Sono ancora Yellow Tail e Casillero del Diablo i due brand del vino più forti al mondo secondo il “Global Wine Brand Power 2020 Index” di Wine Intelligence, costruito non sulle vendite, ma sulle opinioni dei consumatori, raccolte in 21 mercati diversi, rappresentativi di 380 milioni di bevitori di vino, divise in sei input diversi: consapevolezza, frequenza d’acquisto negli ultimi 3 mesi, tasso di conversione della consapevolezza in acquisto, considerazioni successive all’acquisto e l’affinità con il brand. Sostanzialmente, è una top 15 statica, che merita però un’analisi più attenta.
Partendo da Yellow Tail, marchio australiano per il terzo anno consecutivo (ossia da quando esiste l’indice, ndr) in testa alla classifica, grazie ad un dominio globale: è nella top 5 dei maggiori mercati - Canada, Cina, Corea del Sud, Hong Kong, Giappone, Irlanda, Uk e Usa - e nonostante un calo complessivo degli indici relativi alla consapevolezza ed alla frequenza d’acquisto, la forte connessione con il consumatore lo conferma saldo al primo posto. Casillero del Diablo, invece, domina sul mercato domestico del Cile, ma anche in Colombia ed Irlanda, perdendo qualche posizione sui principali mercati dell’export, dove gli acquisti comunque ne sostengono la classifica. In generale, gli indici complessivamente sono in calo per tutti i 15 brand enoici in classifica, seguendo un trend iniziato già nel 2019, ma la dinamica è meno preoccupante di un anno fa, e legata essenzialmente al calo della brand awarness, che porta con sé il calo dei consumi.
Due sono le novità: la spagnola Torres, alla posizione n. 15, e la cilena Santa Carolina, alla posizione n. 12, che prendono il posto di Woodbridge e Wolf Blass. Nel complesso, un terzo dei marchi è americano - Gallo Family, Barefoot, Carlo Rossi, Robert Mondavi e Beringer -, sia per via della grandezza del mercato Usa, sia della fedeltà dei suoi consumatori: il 75% del vino fermo venduto oltreoceano è domestico, più della metà dei consumatori abituali bevono vini della California e, rappresentando quasi il 20% del campione rappresentato, i consumatori Usa mantengono ovviamente alta la popolarità dei vini americani in classifica. Salgono a quattro i marchi di vino cileni nella “Global Wine Brand Power 2020 Index” - Gato Negro, Casillero del Diablo, Santa Carolina e Frontera (gruppo Concha y Toro) - anche se il Cile produce appena il 4% del vino mondiale, mentre l’Australia è a quota tre, con due - Yellow Tail e Jacob’s Creek, oltre a Lindeman’s - nelle prime cinque posizioni, e la Francia, che vale invece il 17% della produzione enoica mondiale, mantiene entrambi i suoi marchi - J. P. Chenet e Mouton Cadet - in classifica.
In questo panorama, l’Italia gioca un ruolo di secondo piano: non è tra i mercati presi in considerazione (allargato a Colombia, Finlandia, Hong Kong e Messico), ma ci sono marchi capaci di piazzarsi nelle classifiche dei singoli Paesi, come Antinori, alla posizione n. 12 in Belgio, Riunite alla posizione n. 7 in Messico, dove il Lambrusco è di gran lunga il vino italiano più bevuto ed amato, e, soprattutto, le due griffe dell’Amarone, Tommasi e Masi, rispettivamente alla posizione n. 7 ed alla posizione n. 9 in Svezia.

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