Ha reso la cucina spettacolo, portandola sul piccolo schermo attraverso format originali, innovativi e divertenti: da “Kitchen Sound” a “4 Ristoranti”, passando per “Masterchef Junior”, Alessandro Borghese non è solo uno chef, ma un vero e proprio istrione, “precursore degli chef televisivi”, come ricorda a WineNews. “Ma nasco cuoco, ed il mio è stato un approccio timido, ormai 14 anni fa, che nel tempo si è ampliato, con tanti altri colleghi che negli anni sono arrivati sul piccolo schermo. Con loro ho un rapporto sano, fatto di consigli ed amicizia, a “Kitchen Sound” (su SkyUno) ne ho ospitati tanti, stellati e non stellati”.
Davanti alla telecamera, o dietro ai fornelli, però, poco cambia, il momento è particolare per tutti, a suo modo storico ed unico, e ha portato con sé un nuovo modo di affrontare la quotidianità, anche in cucina. “In questo periodo difficile - riprende Borghese - gli italiani hanno finalmente cucinato a casa, ogni giorno e ad ogni pasto, mettendosi veramente ai fornelli. Una cosa rara, perché è vero che ci piace cucinare, ma farlo quotidianamente è una riscoperta che ci ha lasciato due cose: da una parte ci ha fatto prendere coscienza del tempo che ci vuole e del costo effettivo di ciò che mangiamo, dall’altra resta la paura di tornare a mangiare fuori, ma il futuro è prossimo, a settembre spero torni quasi tutto alla normalità”.
Nel frattempo, il settore della ristorazione si trova a fare i conti con tante difficoltà lasciate dalle settimane di lockdown. “Un colpo durissimo, a pranzo in pochi vanno a mangiare fuori, e le misure di sostegno economico, da parte dello Stato, sono state poche, sia durante il lockdown che adesso. Le spese si accumulano e di fronte abbiamo mesi ancora difficili. Spero che questa condizione cambi, ma sembra che noi ristoratori ce la dobbiamo cavare con le nostre forze. ma la situazione, con meno posti a sedere, dipendenti da pagare, fornitori da saldare, non è affatto semplice. Ci vogliono ottimismo e voglia di fare - racconta lo chef più popolare del piccolo schermo - per poter sopravvivere al cambiamento, ma da italiani, tenaci e fantasiosi, ne usciremo, dobbiamo superare un’estate difficile, ma ripartiremo. L’Italia è un Paese unico, il mondo viene a scoprire le nostre meraviglie, dell’arte e della cultura culinaria, e con un aiuto riusciremo ad essere alla pari degli altri, abbiamo le frecce giuste per ripartire, magari in maniera lenta, ma inesorabile”.
L’ultimo step della vita professionale di Borghese, è stato diventare anche “ambasciatore” di un grande territorio del vino, quello dell’Asti, una prima volta per un grande chef, ed “un onore - dice Borghese - perché il cibo è sempre comunicato tantissimo, mentre il comparto enologico, e quindi l’Asti, è effettivamente sottorappresentato. Sarà un mondo di comunicazione nuovo, di mezzi nuovi, che conosciamo bene e che siamo sicuri possa creare un valore aggiunto al Consorzio dell’Asti. Sarà una collaborazione di lungo termine, che darà i suoi frutti già nel breve periodo. Sono sicuro che altri Consorzi seguiranno l’esempio, nato a “Kitchen Sound”, dove abbiamo abbinato i piatti della tradizione piemontese ai vini dell’Asti. Un primo step da cui abbiamo estrapolato una campagna stampa, televisiva e pubblicitaria, primo passo verso altre mete”.
Del resto, l’incontro, naturale, tra il piatto ed il vino, “dal punto di vista di uno chef di cucina è quasi sempre una scoperta. Ogni vino è una pepita d’oro, da scoprire, assaggiare, con cui giocare, e poterlo abbinare è entusiasmante. Scoprire che un certo vino ha il giusto punto di acidità per sgrassare il mio piatto, rendendo felice il cliente, è sempre una grande soddisfazione. È entusiasmante ricevere le bottiglie dai produttori, assaggiarle insieme ai ragazzi della brigata, prendere appunti e poterle proporre ai nostri clienti - conclude Alessandro Borghese - è l’aspetto che mi piace di più”.
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