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NUMERI E VENDEMMIA

Borgogna, le uve sono già in cantina. Export al -11,9% nei primi 6 mesi 2020

Mercati in altalena: giro d’affari a 429 milioni di euro. Crollano Usa e Cina, bene Svezia e Olanda, resistono Uk e Canada
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La vendemmia in Borgogna

Nonostante l’incertezza sui mercati internazionali, e le tante difficoltà che il vino francese sta incontrando negli Stati Uniti, la Borgogna chiude il primo semestre dell’anno limitando i danni. Che, pure, come emerge dai numeri del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, ci sono inevitabilmente stati. Al giro di boa del 2020 le spedizioni, a valore, ammontavano a valore 429 milioni di euro, l’11,9% in meno dello stesso periodo del 2019. Molto più limitato, invece, il calo dei volumi: -4,7%, a 39 milioni di bottiglie. Il calo peggiore è quello della Cina, che lascia sul terreno il 40%, ma l’impatto più preoccupante, per quanto atteso, arriva dagli Usa, dove i vini di Borgogna perdono il 29,1% del giro d’affari, fermo a 77,8 milioni di euro, a causa essenzialmente dell’effetto combinato di dazi e lockdown.
Qualche segnale positivo, per la Borgogna, che ha praticamente concluso una vendemmia decisamente anticipata ma molto promettente, caratterizzata da una grande siccità e da temperature particolarmente alte, comunque sopra la media del periodo, c’è. E arriva prima di tutto dalla Svezia, ottavo mercato di riferimento a valore, cresciuto nei primi sei mesi 2020 del +8,4%, a quota 15,9 milioni di euro. Meglio ancora fa l’Olanda, che supera i 10 milioni di euro di importazioni, con un balzo del +11%. In territorio positivo, e non è poco di questi tempi, anche destinazioni fondamentali per i vini di Borgogna come Gran Bretagna (+1,4% a 63,3 milioni di euro), Canada (+2,5% a 27,5 milioni), Giappone (+1,7% a 55 milioni di euro). In territorio negativo, invece, Hong Kong, che perde il 9,1% (28,5 milioni di euro) e Svizzera, al -7,5% (24 milioni di euro).
Numeri figli dell’incertezza, e che seguono, sui singoli mercati, l’andamento del lockdown, dopo un 2019 record, che aveva visto le spedizioni superare per la prima volta la soglia del miliardo di euro, spinte da una crescita a valore del +10,4%. Dinamica proseguita, seppure a ritmi più blandi, anche nei primi due mesi del 2020, fino a quando il commercio globale non ha subito il contraccolpo del lockdown, imposto prima dalla Cina e poi da tutti i Paesi europei. Il risultato è stato che nel periodo marzo-maggio il calo dei volumi è stato dell’11,8%, e quello dei valori del 21%, cui è seguito un leggero rimbalzo nel mese di giugno.

Focus - La vendemmia 2020 in Borgogna
I numeri della Borgogna sui mercati, quindi, si riflettono per forza di cose in cantina, dove alla fine della campagna 2019/2020 le scorte ammontano a 1,2 milioni di ettolitri, in linea con la media degli ultimi cinque anni. Segno che la richiesta non è crollata, e che i numeri in calo dei volumi sono legati più che altro alla scarsità della raccolta 2019, dopo l’eccezionalità, in termini di abbondanza, della vendemmia 2018.
E la 2020, come sarà? Di certo, non verrà ricordata come una campagna vendemmiale semplice. L’inverno, molto mite, ha portato ad un germogliamento precoce, che ha ovviamente accorciato radicalmente i tempi. Temperature sopra la media anche in primavera, con i primi fiori germogliati già a metà maggio, e cantine pronte ad accogliere le uve (per le basi dei Crémant e per i bianchi) dal 12 agosto. In mezzo, la siccità di luglio e le piogge dei primi giorni di agosto a sistemare, parzialmente, le cose, tenendo sempre bene a mente che la Borgogna è un territorio particolarmente variegato, in cui l’andamento delle maturazioni - tecniche e fenologiche - può essere estremamente vario.
A raccolta sostanzialmente conclusa, c’è da sottolineare l’ottimo stato sanitario delle viti, ed uve generalmente in equilibrio, con succhi che promettono, dalle prime analisi, ottima qualità. I rossi hanno consegnato colore e polifenoli, senza eccessiva estrazione, e tannini già setosi. I bianchi, che hanno goduto di qualche pioggia a fine agosto, hanno una bella ricchezza di zuccheri, e sono molto promettenti, secondo il report firmato dal Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne.

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