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LO STATO DELL’ARTE

Germania, il vino italiano tiene, ma cresce l’on line e anche la distribuzione si fa smart

I dati dell’Osservatorio Spagnolo del Vino e Wine Intelligence, e la nuova piattaforma di Ges Sorrentino, tra i leader “tricolore” sul mercato tedesco
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Germania, il vino italiano tiene, ma cresce l’on line e anche la distribuzione si fa smart

La pandemia, con il suo impatto e i tanti cambiamenti che sta portando in molti ambiti della vita quotidiana, sta mutando pelle anche al mercato del vino tedesco, strategico per le cantine italiane, e storicamente poco incline a cambiamenti repentini. E se economicamente tutto sommato il business enoico non crolla, l’on-line, in uno scenario dominato da gdo e discount, cresce sempre di più, e i distributori si ingegnano per rimanere al passo con i tempi. Secondo i dell’Osservatorio Spagnolo del Vino, nel semestre 2020, le importazioni in Germania sono diminuite del 7,6% in valore sul 2019, a 1,1 miliardi di euro, con l’Italia che fa decisamente meglio del complesso, e tiene le sue posizioni di leadership, con un calo del -1,3%, per 453 milioni di euro. I tedeschi, però, abituati a consumare vino prevalentemente tra le mura domestiche comprandolo nei supermercati, come nel resto del mondo, stanno sempre più guardando all’e-commerce. Tanto che, secondo i dati dell’agenzia inglese Wine Intelligence, la percentuale dei consumatori di vino abituali che comprano prevalentemente sui canali digitali della Gdo è passata dal 9% del 2017 al 12% del 2020, quella di chi acquistava vino in più tipi di negozio (Gdo, enoteche e così via) è salita dal 23% al 29%, e quella di chi si rivolge prevalentemente a negozi specializzati o direttamente alle cantine è salita dal 23% al 26%.
Un trend che dice di come il cambiamento è in moto, ed a cui guarda anche chi si occupa di distribuzione di vino. Attività in cui a fare la differenza saranno sempre più il servizio e dall’innovazione. Con una sempre maggiore attenzione alla rapidità, alla flessibilità e all’ottimizzazione dei costi per tutte le parti in causa: produttori, trasportatori, distributori, clienti finali. Un processo di trasformazione in atto, a prescindere dalla pandemia, ma che l’emergenza Covid, come fatto sotto molti altri aspetti, ha accelerato. E va proprio in questo senso il nuovo servizio Sorrentino Service Partnership, ideato da Ges Sorrentino, tra i principali importatori di vino italiano in Germania (con realtà che vanno da Berlucchi a Tommasi Family Estates, da Bertani Domains a Schiopetto, da Suavia a Librandi, da Torrevento a Donnafugata, da Cantina Tollo a Marchesi di Barolo, da Cantine Leonardo Da Vinci a Garofoli, per citarne alcune). Servizio che nasce in uno dei mercati più importanti per il vino italiano, e che, semplificando al massimo, è un servizio smart di importazione diretta dall’Italia, dove Sorrentino, in sostanza, fa solo da intermediario tra la cantina ed il cliente finale, che sia un’enoteca o un ristorante. “Il cliente fa l’ordine attraverso di noi, lo mandiamo alle cantine, le cantine preparano la merce, il cliente si organizza il ritiro, la merce viene spedita, e noi guardiamo che vengano fatti i pagamenti, il cliente riceve il vino e lo rivende, e volendo noi ci occupiamo anche di tutta la parte burocratica di sdoganamento e affini”, spiega a WineNews Renè Sorrentino, che guida il gruppo con il padre e fondatore Francesco Sorrentino.
Una novità solo in parte, perchè da sempre, Sorrentino, in maniera lungimirante, lavora senza fare magazzino. L’innovazione di questa nuova piattaforma logistica, che si chiama Sorrentino Service Partnership (messa in piedi insieme Avanzini, realtà dei trasporti tra i leader sulla rotta Italia-Germania), è nel servizio e nelle dimensioni: “il minimo di ordine è di 120 bottiglie, rispetto alle 600 del nostro servizio standard. Un terzo di palletta, dunque, che può essere anche completata con referenze diverse della stessa cantina, o magari con vini di altre cantine d’Italia con cui attraverso ad Avanzini riusciamo a raggruppare l’ordine nel loro magazzino di Verona, prima di essere spedito al cliente finale. È una modalità di servizio sulla quale non carichiamo nessuno costo aggiuntivo: per noi è un investimento per ampliare la nostra platea, andando a raggiungere, per esempio, quei locali che magari si trovano nei centri città e non hanno spazio per fare magazzino, che hanno bisogno di ordinare poco vino alla volta o che magari vogliono ruotare spesso la carta e sperimentare. E, soprattutto, con un servizio così che è 100% export diretto dall’Italia, se il cliente affida a noi tutta la parte burocratica, può risparmiare un sacco di tempo, che vuol dire tempo di lavoro e denaro, cosa che soprattutto in uno scenario così complesso, con tanta parte della ristorazione in difficoltà, non è un aspetto di poco conto. In sostanza, il ristorante o l’enoteca ordinano il vino direttamente alla cantina, pagano il prezzo stabilito dalla cantina senza nessuna aggiunta, e direttamente alla cantina - perchè noi da sempre lavoriamo con produttori che nel costo bottiglia hanno già incluso tutto, compreso il costo di distribuzione, con la massima trasparenza - e aspettano di riceverlo senza preoccuparsi di null’altro”.
Ma non solo “c’è anche un programma bonus, perchè si punta a costruire una relazione di fiducia e a fidelizzare, e quindi per ogni 120 bottiglie viene dato un punto bonus, per ogni paletta 2, raggiunti 15 punti il cliente ha diritto ad una consegna gratis da qualunque parte dell’Italia, che sia di 120 bottiglie o di un pallet intero, con un ulteriore possibile risparmio sui costi”. Un modello di distribuzione smart, 2.0, che guarda all’innovazione richiesta per stare al passo con i tempi, che cambiano più velocemente che mai.

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