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VERSO IL DOMANI

Dal drone per campi in pendenza al dirigibile per le olive: idee per l’agricoltura del futuro

I migliori nel contest “La macchina agricola che vorrei!” by Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli Cia - Agricoltori Italiani
AGRICOLTURA, Cia, TECNOLOGIA, Non Solo Vino
Un drone tra i campi di grano (ph: David Henrichs Via Unsplash)

Giovani inventori crescono, pronti ad innovare un settore dinamico e che deve sempre guardare avanti come è l’agricoltura. Visionari e sostenibili, sono i prototipi tecnologici messi a punto da “under 20” per migliorare l’agricoltura delle aree interne d’Italia, progetti tra i primi tre classificati nel contest “La macchina agricola che vorrei!”, ideato per gli studenti delle Scuole superiori da Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli Cia - Agricoltori Italiani, con FederUnacoma e Rete Istituti Agrari Senza Frontiere.
Se è vero che i giovani hanno riscoperto il “pollice verde”, lo stesso si può dire per le idee pensate per il settore del futuro. Tra i prototipi presentati al contest, un drone “terreno” per campi in pendenza, con motore elettrico, impianto satellitare e sensori che monitorano, in tempo reale, lo stato fisiologico delle piante e, quindi, aiutano a prevenire malattie, ridurre sprechi e rendere competitiva anche l’agricoltura eroica sopra i 700 mt. Oppure un dirigibile ecosostenibile con un grande ombrello capovolto per intercettare e poi aspirare e raccogliere le olive dall’alto: serve in zone impervie ma dove l’altitudine è sinonimo di esclusiva qualità dell’olio. E ancora, un esoscheletro ispirato alla saga di Star Wars, ma più realistico, per supportare e potenziare il lavoro dell’uomo quando troppo gravoso o in aree difficili da raggiungere. Un’iniziativa che ha fatto emergere il grande potenziale per l’agricoltura, rappresentato dalle giovani generazioni. In dieci anni il numero degli imprenditori agricoli laureati è raddoppiato (dal 10 al 20%) e le aziende del settore condotte da giovani, in controtendenza rispetto ad altri settori produttivi, sono aumentate del 5% negli ultimi 5 anni, portando i giovani agricoltori e allevatori a superare quota 50.000 e a rappresentare, nel settore, il 20% dei più interessati investitori in chiave sostenibile e innovativa.
I tre milgiori progetti nel contest sono, nell’ordine, “My S.A.S. - My Smart Agricultural Sensor” (Istituto Omnicomprensivo del Fortore Riccia - Sant’Elia); “DirigibilITA” (Istituto Einaudi-Alvaro - Palmi) e “Camminatore I-TA21” (Istituro Einaudi-Alvaro - Palmi), selezionati, da una giuria di esperti, tra più di 100 proposte, arrivate da 37 Istituti Agrari che, con la Rete Ita senza Frontiere, riunisce oltre 7.000 studenti in tutta Italia.
Ad accomunare molte delle idee presentate, tanta analisi di settore e sul territorio, attività sollecitata dalla consapevolezza che difficoltà d’accesso per morfologia del Paese e gap infrastrutturale, sia fisico che digitale, rappresentino ancora il vero grande limite allo sviluppo agricolo e, quindi economico, di gran parte della dorsale appenninica dove vivono 12 milioni di persone. Senza dimenticare che la rivoluzione digitale ed ecologica del New Green Deal Ue richiede anche un cambio di passo culturale.
“In primo luogo - ha detto il presidente Agia/Cia - Agricoltori Italiani, Stefano Francia- occorre intervenire nelle scuole superiori a indirizzo agrario dove, negli ultimi 10 anni, la riforma non ha valorizzato l’insegnamento delle materie tecnico-scientifiche, portate a sole 32 ore settimanali, e si è persa, per esempio, la meccanica agraria. Un danno notevole anche per le imprese, se si tiene conto del lavoro autonomo. Poi dobbiamo chiudere il cerchio sul Data Governance Act, necessario a riportare equità e inclusione sulla proprietà dei dati e, quindi, a restituire valore ai suoi diretti produttori. Nel nostro caso, gli imprenditori agricoli che devono poter essere riconosciuti proprietari dei dati che forniscono dai campi e beneficiare dei risultati che con essi vengono raggiunti da ricerca e industria. Infine - ha concluso Francia - non è pensabile tirare in ballo il mondo dell’istruzione, come le istituzioni nazionali ed europee, affinché valorizzino competenze e risorse, se come organizzazioni del comparto agricolo non guidiamo la transizione digitale anche al nostro interno e attraverso i servizi per gli associati. Per questo Cia/Agricoltori Italiani ha già siglato un accordo con xFarm, Image Line e Ruralset, tra i più interessanti e promettenti player dell’agritech italiano”.

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