Siamo alla terza generazione impegnata tra le vigne della famiglia Cantele, con i cugini Gianni, Paolo (figli di Augusto), Umberto e Luisa (figli di Domenico). Un’azienda nei pressi di Guagnano e fondata dal patriarca Giovanni Battista Cantele, tra i pionieri del vino pugliese, uomo del Nord rapito dal magnetismo salentino, che ha sempre partecipato allo sviluppo e poi al successo della Puglia enoica non solo con i suoi vini ma anche con un contributo diretto nella valorizzazione di questo areale. 48 gli ettari vitati (ma concorrono ai vini anche le uve di alcuni fidati conferitori che le raccolgono da altri 200) per una produzione di 1.500.000 bottiglie, che vanno a costituire un portafoglio etichette ricco e articolato, che trova nello Chardonnay la varietà di riferimento (almeno per il vino più conosciuti della casa, il “Teresa Manara” - anche in versione Vendemmia Tardiva - e in rosso da uve Negroamaro), accanto, naturalmente, ai vitigni tipici della zona: Verdeca, Malvasia, Susumaniello e Primitivo. Da uve Negroamaro deriva questo Salice Salentino Riserva 2017: un tripudio di frutti rossi polposi e intensi, arricchito da lievi note speziate e da rimandi balsamici, che col tempo prendono forza senza predominare. Gli accenni di caramella si fanno più intensi in bocca, dove il sorso si diffonde caldo e saporito, armonioso nei caratteri di freschezza e sapidità e tannini, estesi a tutto il palato.
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