Il cambiamento tecnologico in agricoltura è un’opportunità o una necessità? Entrambe. Perché se non cambieremo noi lo faranno gli altri e perché cambiare migliorerà i processi di produzione. Il settore primario sarà quello che avrà maggiori benefici dalla raccolta e dalla gestione dei dati. Se la rivoluzione in atto renderà attraente fare l’agricoltore come fare l’astronauta, è anche vero che stiamo vivendo una crisi da settimane che ci riporta indietro in tempo di guerra, perché non arrivano i cereali dall’Ucraina. Tra agricoltura 4.0 e tecnologie di ultima generazione, è emerso nel secondo di tre step verso l’evento “Agriest. Incontro al Futuro. Produzione agricola e cibo: innovazione locale e globale 2023”, promosso nei giorni scorsi dalla Fiera di Udine con un board di cui fanno parte, tra gli altri, la Regione Friuli Venezia Giulia, l’Università degli Studi di Udine e PromoturismoFvg, e che ha messo a confronto gli esperti sul tema “La transizione digitale. Leva di sviluppo del settore”.
Dimensione aziendale e settore di attività sono i principali fattori che influenzano la propensione delle imprese agricole e agromeccaniche ad investire in tecnologie “green”. Una maggiore disponibilità agli investimenti in tecnologie “verdi” proviene dalle imprese più strutturate che operano in comparti come quello zootecnico, dove il tema dell’inquinamento è avvertito con maggiore urgenza, o nella filiera ortofrutticola per la quale la sostenibilità delle produzioni rappresenta un valore aggiunto. Il tema della sostenibilità è sempre più sentito dai cittadini-consumatori e l’agricoltura deve saper conciliare produttività e impatto ambientale delle coltivazioni.
FederUnacoma, l’Associazione italiana dei costruttori di macchine agricole, ha sottolineato come molte tecnologie avanzate per la riduzione degli input siano già disponibili sul mercato e possano contribuire in modo sostanziale alla sostenibilità del settore primario. In Friuli Venezia Giulia, dove l’agroalimentare è un settore molto attrattivo, come dimostra il fatto che su 12.500 aziende agricole attive, più di 800 sono a conduzione under 35, e con le tecnologie che, di supporto e di precisione, sono sempre più accessibili e utilizzate per produrre qualità, per garantire la tracciabilità e la sicurezza alimentare. Di fondamentale importanza resta la formazione continua e l’interrelazione tra chi progetta-produce soluzioni digitali e chi le utilizza sul campo. Da oltre un decennio Unacma, ora Unione di Federacma che raccoglie i commercianti di macchine agricole, è impegnata attraverso una serie di iniziative rivolte ai giovani degli istituti tecnici presentando le figure professionali che occorrono nel settore della meccanica agraria e i numeri di persone che sarebbero immediatamente impiegabili come meccatronici, ricambisti, tecnici-venditori nelle concessionarie, conduttori di mezzi meccanici per i contoterzisti e tecnici per il servizio assistenza post vendita dei costruttori.
Una spinta alla transizione digitale e il vantaggio degli operatori del settore viene anche dai prodotti bancari sempre più specializzati e rispondenti al Pnrr, dall’incentivazione delle tecnologie con la fiscalità dì industry-transizione 4.0 e l’applicazione dei crediti dì imposta sugli acquisti dei macchinari. Un successo per un grande rinnovamento dei processi: dalla semina dì precisione all’irrigazione parcellizzata, dai sistemi dì vinificazione alla servitizzazione dei processi.
Anche in agricoltura ci sono imprenditori illuminati. Il punto è come portarli su scala convincente. È la persona che deve guidare la tecnologie e la conoscenza (i dati) devono essere pubblicati e portati a conoscenza di tutti. Questa è la sfida più grande messa a fuoco dalla Comunità europea. Anche le fiere del settore cambieranno fisionomia: non solo macchine in esposizione, ma eventi attraenti per i giovani, momenti di marketing professionale, occasioni di incontro-confronto, di trasmissione delle conoscenze e delle informazioni fra chi produce tecnologia, chi la usa e chi fa formazione specializzata, Its in primis.
Il terzo e ultimo meeting, in presenza alla Fiera di Udine e in digitale, è in agenda il 30 marzo per fare il punto su “Ricerca, Cibo e Farming” in due momenti: “Il futuro in tavola” e “In tavola il futuro” con degustazioni di prodotti provenienti da vertical farming.
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