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I NUMERI DELL’AGRICOLTURA

In Italia crescono le foreste: un patrimonio fragile da tutelare, fatto di 11 milioni di ettari

A dirlo la Coldiretti sul rapporto 2022 della Fao sullo stato delle foreste nel mondo. Ma, in 20 anni, si è perso il 23% del “frutteto Italia”
Coldiretti, FAO, FORESTE, ITALIA, Non Solo Vino
Una foresta nella foto di Geran De Klerk via Unsplash

L’Italia deve proteggere la superficie forestale nazionale che è aumentata in 10 anni di 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari, che si sono dimostrati però molto vulnerabili al degrado e agli incendi perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Così la Coldiretti sul rapporto 2022 della Fao sullo stato delle foreste nel mondo.
“Solo nel 2021 sono stati ben 170.000 gli ettari di bosco andati a fuoco di fronte - spiega la Coldiretti - all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. Per difendere il bosco italiano, valorizzare la biodiversità ed abbattere le emissioni di anidride carbonica occorre creare le condizioni - rileva Coldiretti - affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.

Un’opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e creare occupazione, se si considera che l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento. A preoccupare è però anche la pesante crisi della frutteto italiano dove negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10.
“Il “frutteto italiano” ha visto un crollo netto del 23% nello spazio di un ventennio secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un danno economico ed occupazionale rilevante per il Sistema Paese - continua Coldiretti - ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente - spiega Coldiretti - proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico. Non a caso la differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 gradi nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra”.

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