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ATTUALITÀ

Primo caso di peste suina africana a Roma. La rabbia degli agricoltori: “è emergenza nazionale”

Cia-Agricoltori Italiani e Coldiretti chiedono un rapido cambio di passo. Le preoccupazioni per il comparto della norcineria
CIA-AGRICOLTORI, Coldiretti, PESTE SUINA, ROMA, Non Solo Vino
Peste suina a Roma, cresce l’allarme (anche per il problema ungulati)

Allarme ungulati, dalle campagne alle città, i cinghiali si stanno allargando tanto che sta ormai si parla di vera e propria emergenza. Ed a preoccupare, ancora di più, è il rischio del diffondersi della peste suina che può avere conseguenze per la salute dei cittadini. Una situazione salita alla ribalta dopo il primo caso di peste suina africana a Roma, molto lontano dai focolai accertati tra Piemonte e Liguria. “Il caso di peste suina trovato a Roma trasforma l’allarme sul fenomeno in emergenza nazionale”. Lo afferma Cia-Agricoltori Italiani, intervenendo sul cinghiale infetto nel Parco dell’Insugherata nella capitale, dentro il raccordo anulare di Roma. Non una novità per il presidente nazionale degli Agricoltori Italiani, Dino Scanavino: “questa emergenza era già stata drammaticamente preannunciata, per il proliferare indisturbato dei cinghiali in tutta Italia e per l’assenza di una legge adeguata di gestione della fauna selvatica. La notizia del cinghiale infetto, confermata dallo stesso Commissario straordinario per la Psa, Angelo Ferrari, ci dice che occorre superare le misure blande per interventi di controllo e contenimento del fenomeno reale e a tappeto”.
Il problema, spiegano alla Cia-Agricoltori Italiani, non è di oggi, né di inizio 2021 quando è scoppiato il focolaio in Piemonte e poi in Liguria, dove tutt’ora gli animali infetti continuano ad aumentare e hanno raggiunto quota 109, 4 solo ieri. A questi “si aggiungono ora i numeri del Lazio. Un solo caso di peste suina africana, infatti, basta a far scattare in allarme gli oltre 12.000 allevamenti di suini attivi in regione per un totale di 43.000 capi. E, soprattutto, tenuto conto del fatto che, nella sola provincia di Roma, i cinghiali in libertà sarebbero già più di 20.000”. Il bilancio non è roseo, sono i numeri a dirlo: “sono anni - continua il presidente Dino Scanavino - che facciamo la conta dei capi a scorrazzare nei campi di tutta Italia. Sono diventati più di 2,5 milioni; dei danni all’agricoltura, aumentati del 60% nell’ultimo anno e degli incidenti stradali causati degli ungulati, quasi 500 tra 2018 e 2021. Serve, da troppo tempo, un monitoraggio vero ed una riforma della Legge 157/1992 che abbiamo concretamente proposto, punto per punto, almeno 4 anni fa. Sollecitiamo le istituzioni ancora una volta a essere più ferme nel perseguire le politiche di contenimento della fauna selvatica in Italia. Come già ampiamente detto, serve una campagna di controllo e riduzione del numero dei capi con figure qualificate e strumenti innovativi, un rimborso rapido, senza vincoli e burocrazia, del 100% dei danni già subiti dagli agricoltori per la peste suina. Il problema era, ed è, nazionale, va monitorato e gestito, senza lasciare sole le Regioni, gli allevatori e gli agricoltori. La peste suina non è un pericolo per l’uomo, ma un’emergenza di portata tale da far affrontare, una volta per tutte, il problema ungulati che, proprio a Roma, mostra le sue criticità anche per i cittadini”. Anche Coldiretti chiede un intervento deciso per cambiare questo scenario sempre più complicato: “abbiamo più volte evidenziato - afferma il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - il rischio della diffusione della peste suina africana attraverso i cinghiali e la necessità della loro riduzione numerica attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 con l’articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. Siamo infatti costretti ad affrontare una grave emergenza sanitaria perché è mancata l’azione di prevenzione come abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e verso le istituzioni di fronte alla presenza in Italia di più di 2,3 milioni di esemplari, arrivati numerosi anche nella Capitale”.
Nella sola provincia di Roma, è la stima di Coldiretti, si calcola la presenza di oltre 20.000 cinghiali che, oltre a distruggere i raccolti e spaventare i cittadini, “rappresentano anche un danno economico concreto per le misure di contenimento della commercializzazione che scattano dopo l’accertamento del contagio”. Prandini è preoccupato per “l’immobilismo delle istituzioni dopo i casi individuati in Piemonte ed in Liguria con il rischio concreto che l’emergenza si allarghi ad altre regioni limitrofe dove si concentra la norcineria nazionale che è un settore di punta dell’agroalimentare made in Italy grazie al lavoro di 100.000 persone tra allevamento, trasformazione, trasporto e distribuzione con un fatturato che vale 20 miliardi”. La peste suina africana può colpire cinghiali e maiali ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, ma non è, invece, trasmissibile agli esseri umani e nessun problema riguarda la carne. Ad oggi, conclude Coldiretti, i casi individuati di positività riguardano solo cinghiali e nessun maiale è stato contagiato in Italia dalla Peste Suina Africana.

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