Quest’anno Milena Pepe diventa «maggiorenne» tra i filari: la 2022 sarà la sua 18ª vendemmia. Iniziò nel 2005 a 25 anni. La sua è una storia di immigrazione all’incontrario: nata e cresciuta in Belgio, ha scelto di tornare nella terra di papà Angelo, Logosano, nel cuore dell’Irpinia. Una scelta perseguita con fermezza. Dopo una laurea in Marketing e una in Marketing del vino in Francia, all’Université du Vin, Milena si diploma in tecnico agricolo sempre in Francia. «Non volevo fare solo il commerciale - spiega - volevo capire come si faceva il vino». Prima del suo arrivo nell’azienda della famiglia Pepe, si vendevano le uve. A chi le dice che 60 ettari di vigneti e 10 ettari di uliveti sono una grande azienda, lei risponde: «La mia famiglia è più grande della mia azienda!». L’idea è quella di investire ancora: «Vorrei comprare ancora dei nuovi ettari negli otto comuni delle mie tre Docg». Cinque ettari sono di Greco: le uve arrivano da vigneti tra i 400 e i 700 metri d’altezza, un terreno vulcanico tra Santa Paolina e Montefusco. Nestor è il nome scelto da papà Angelo che ama l’eroe omerico con la coppa. Il Greco di Tufo Nestor ha un bel caratterino: tanta mineralità e una bella acidità. A differenza della Riserva Grancare, le cui uve in parte fermentano e affinano in barrique, Nestor è solo acciaio ed esce subito dopo la vendemmia. Lo amano molto in Inghilterra e Malta. È perfetto con il pesce: cavatelli con pesce spada e capperi, o baccalà con le patate.
(Fiammetta Mussio)
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