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E se alcolici e cannabis imparassero a convivere? Un rapporto che cambia tra infusioni e pairing

Negli Stati Usa in cui è legale, il consumo di cannabis cresce costantemente, così come chi la abbina a cocktail o liquori

Con la liberalizzazione del consumo di cannabis in molti Stati Usa, dall’Oregon alla California, così come in Canada (mentre in tanti altri Paesi del mondo è solo depenalizzata), il giro d’affari dell’industria della cannabis, nel 2026, potrebbe raggiungere i 61 miliardi di dollari. Una popolarità ed un successo con cui, da anni, deve fare i conti anche il settore degli alcolici, ancora sospeso a metà tra convivenza e concorrenza. Tra questi, ci sono anche multinazionali del vino come Constellation Brands, che negli ultimi anni ha investito ben 4 miliardi di dollari in bevande a base di Thc. Una situazione complessa, analizzata da Roy Bingham, co-founder e Ceo di Bdsa, che si occupa di ricerche di mercato per l’industria dei cannabinoidi, secondo cui “oggi sempre più consumatori abbinano la cannabis all’alcol, specialmente quando si rilassano o sono fuori con gli amici”.

Secondo gli ultimi “Consumer Insights” di Bdsa, la coesistenza tra i due settori potrebbe essere possibile, proprio grazie all’aumento del consumo di cannabis da parte dei consumatori abituali di alcolici. Secondo lo studio, le occasioni di consumo di cannabis e alcol, generalmente, sono ben distinte, per cui la crescita della cannabis sul mercato non è di per sé una minaccia così importante al settore degli alcolici. Al contempo, la crescita di chi abbina qualcosa da bere a ciò che fuma può rivelarsi un aspetto positivo. Difficilmente cambierà qualcosa nei bar o nei locali, ma secondo Roy Bingham, come si legge sul magazine britannico “The Drinks Business”, è probabile che altri spazi ricreativi, come le palestre e i ristoranti, potrebbero vedere dei cambiamenti ed accettare la cannabis nel “paniere” dei consumi premium: ed è qui che nascono le opportunità.

“Abbiamo assistito a un aumento delle occasioni di consumo più inaspettate: i consumatori sono sempre più variegati, e usano la cannabis in modi nuovi, ad esempio mentre si deliziano con la cucina raffinata, o quando si allenano. Questo cambiamento - spiega Bingham - offre un’opportunità unica per l’industria degli alcolici di concentrarsi sull’innovazione, e creare nuovi prodotti per soddisfare queste nuove necessità”. Non è un caso, così, che la Cann, azienda di soft drink infusi con Thc e Cbd, abbia raccolto 27 milioni di dollari di finanziamento per continuare a crescere. La quota di chi abbina un alcolico o un liquore alla cannabis, inoltre, è passata dal 12% del 2018 al 22% del 2022, mentre la percentuale di chi sceglie un cocktail alla cannabis è passata dal 10% al 20%. Un altro dato interessante mostra invece che il 50% dei consumatori che risiedono in uno Stato Usa in cui la cannabis è legale, ne hanno fatto uso almeno una volta negli ultimi 6 mesi. Facendo della cannabis una realtà con cui anche il mondo del vino dovrà imparare a convivere.

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