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AUMENTO DEI COSI

Inflazione, gli italiani nel carrello mettono meno cibo spendendo di più, e corrono ai discount

L’analisi Coldiretti sui primi sette mesi del 2022 (su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a luglio 2022)
Coldiretti, INFLAZIONE, SPESA, Non Solo Vino
Carrelli della spesa (Ph: Manfred Richter Via Pixabay)

Continuano ad essere immediati e diretti gli effetti del caro energia dell’inflazione, con il carrello della spesa degli italiani che si adegua di conseguenza. Con tagli agli acquisti nell’ordine del -3,2% in quantità, a fronte di un +3,6% di spesa, proprio a causa del caro prezzi determinato dalla crisi energetica e delle materie prime. Emerge dall’analisi Coldiretti nei primi sette mesi 2022, su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a luglio 2022, che su base annua fanno registrare una diminuzione delle quantità di beni alimentari acquistate, in controtendenza rispetto ai beni non alimentari.
“L’impatto dell’inflazione è evidente dal fatto che in controtendenza - sottolinea la Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare nei primi sette mesi un balzo del + 9,6% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità”. Più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa dell’aumento record dei prezzi trascinato dai rincari energetici e dagli effetti della guerra in Ucraina che riduce il potere d’acquisto dei cittadini, secondo i risultati dell’indagine, condotta sul sito www.coldiretti.it, dalla quale si evidenzia che un altro 18% di cittadini dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, costretto ad orientarsi verso prodotti low cost per arrivare a fine mese, mentre un 31% di cittadini non ha modificato le abitudini di spesa.

“Gli italiani - sottolinea la Coldiretti - vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa. Ma a rischio alimentare ci sono soprattutto gli oltre 2,6 milioni di persone che in Italia - evidenzia Coldiretti - sono costrette a chiedere aiuto per mangiare con i pacchi dono o nelle mense di carità e rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari”.
Una situazione destinata ad esplodere in autunno colpendo una filiera agroalimentare vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari, oltre 330.000 realtà della ristorazione e 230.000 punti vendita al dettaglio, secondo l’analisi Coldiretti. In agricoltura si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare con il vetro che costa oltre il 30% in più sul 2021, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, ad arrivare al 70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.
“Bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese” afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare che “rischiamo un crack alimentare, economico e occupazionale visto che proprio in questi mesi si concentrano le produzioni agricole tipiche del made in Italy e della Dieta Mediterranea con le loro lavorazioni per olio, vino, ortaggi e frutta per conserve, succhi e derivati”.

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