Nasce dai vigneti di Lugagnola e Boschetto, il Primocolle di Cecchi: vigneti che fanno maturare precocemente le uve e che permettono di raccoglierle con relativa freschezza, rispetto ad altre vigne. L’annata 2019, l’ultima climaticamente più regolare che ricorderemo, ha aiutato a sviluppare tannini soffici e nel vino si sente: c’è struttura ma non graffia, una marcata sapidità a bilanciare il calore e un bouquet ricco di spezie, di fiori rossi e viola e una nota marcata di ciliegia. La chiusura lievemente amaricante pulisce a perfezione la bocca. Questo Chianti Classico è fra i primi vini imbottigliati dall’azienda Cecchi: la prima annata prodotta è la ‘66, pochi anni dopo l’acquisizione di Villa Cerna; il nome Primocolle arriva invece nel 2013, per dare visibilità al fatto che questa tenuta sosta proprio sulla prima collina della denominazione, se si viaggi da Siena in direzione Firenze. Siamo a Castellina in Chianti e gli ettari vitati qui sono 80, distribuiti fra i 200 e 295 metri di altezza - punto panoramico più alto della proprietà, dove sorge la villa stessa. Prima acquisizione in assoluto di Cecchi, Villa Cerna ha assunta nel tempo un ruolo sperimentale dalle ricadute positive per il territorio e l’azienda stessa: ad esempio per lo studio di cloni di Sangiovese (insieme all’Università di Firenze e Pisa), o nella gestione del metodo biologico, per capire se e come estenderlo alle altre tenute della proprietà.
(ns)
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