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POLITICA & ECONOMIA

In manovra ritorno dei voucher, “Carta Risparmio Spesa” e il fondo per la difesa del Made in Italy

Nessuna misura specifica per il settore primario nella Legge di Bilancio 2023, da 35 miliardi di euro. 21 miliardi di euro contro il caro energia

Nessuna misura specifica per il settore primario, ma, nella Legge di Bilancio 2023, presentata ieri dal Governo, che peserà sul bilancio dello Stato 35 miliardi di euro, c’è molto che riguarda da vicino il mondo agricolo. Prima di tutto, la volontà di reintrodurre la modalità di impiego di personale temporaneo con il meccanismo dei voucher Inps (aboliti nel 2017), solo per alcuni settori - aziende agricole, horeca (ristoranti, hotel e bar) e lavoro domestico (colf e delle badanti) - e con due limiti, comunque superiori a quelli della versione precedente: il tetto all’utilizzo dei voucher passa da 5.000 ai 10.000 euro a lavoratore, e il limite di dipendenti dell’azienda che ne usufruisce da 5 a 10. Non c’è ancora il testo ufficiale della legge, che arriverà nelle prossime settimane.
Tra le tante misure di sostegno alle famiglie e alle imprese, come accennato a WineNews dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare (qui), ce n’è anche un fondo da 500 milioni di euro destinato alla “Carta Risparmio Spesa”, per redditi bassi fino a 15.000 gestita dai Comuni e volta all’acquisto di beni di prima necessità. In sostanza, dei buoni spesa, che potrebbero rivelarsi di straordinaria importanza nel sostegno dei consumi alimentari e, di conseguenza, della filiera agroalimentare.
“In questa Legge di Bilancio - ha detto il Ministro Lollobrigida, a WineNews - c’è molto che riguarda l’agricoltura. Abbiamo mantenuto l’impegno di confermare i vantaggi che servono a compensare le criticità vissute in questi anni dal settore. Dopodiché ci occuperemo di tradurre in atti concreti la sovranità alimentare, con un fondo specifico che permetta di rendere questo Paese indipendente da fatti contingenti come la guerra in Ucraina ed i suoi effetti sulla filiera del grano. E poi c’è la ricerca, altro elemento portante, senza non si va lontani, e non si è competitivi. E poi (come scritto, ndr) il sostegno al mondo produttivo che arriva dai 500 milioni di euro in favore dei più deboli, che può avere un valore anche per alcune filiere produttive importanti dell’agroalimentare”.
Assente dal comunicato stampa del Governo, ma ribadito ieri dall’assemblea Confartigianato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ci sarà anche “un allegato ad hoc nella legge di bilancio per la valorizzazione, la promozione, la tutela del made in Italy, la lotta concorrenza sleale”. Che, secondo quanto trapelato qualche giorno fa, dovrebbe ammontare a 100 milioni di euro, gestiti dal Ministero del Tesoro di concerto con gli altri Ministeri coinvolti, tra cui potrebbe esserci anche quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, vista la centralità del made in Italy agroalimentare nella bilancia commerciale italiana. La misura più importante, che drena la maggior parte delle risorse di una Manovra Finanziaria chiusa necessariamente in tempi risicatissimi e con tante emergenze cui rispondere, è quella relativa alle misure contro il caro energia per il primo trimestre 2023, destinati alle famiglie e alle imprese (comprese ovviamente quelle del settore primario), per un totale di 21 miliardi di euro. Sul fronte del lavoro, infine, c’è da segnalare la scelta di prorogare il taglio del cuneo fiscale per il 2023 fino al 3% per i redditi più bassi, oltre alla detassazione al 5% per i premi di produttività fino a 3.000 euro: due misure che vanno anche nella direzione del sostegno ai lavoratori agricoli.
Nella bozza circolata in queste ore, poi, si legge anche dell’istituzione, “nello stato di previsione del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Fondo per la Sovranità Alimentare, con una dotazione di 25 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024, 2025 e 2026”, che avrà come obiettivo quello di “rafforzare il sistema agricolo e agroalimentare nazionale, anche attraverso interventi finalizzati alla tutela e alla valorizzazione del cibo italiano di qualità, alla riduzione del costi di produzione per le imprese agricole, al sostegno delle filiere agricole, alla gestione delle crisi di mercato garantendo la sicurezza delle scorte e degli approvvigionamenti alimentari”. Ma anche l’istituzione del “Fondo per la digitalizzazione agricola” con una dotazione di 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, “al fine di favorire lo sviluppo di progetti di innovazione finalizzati all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, pesca e acquacoltura attraverso la diffusione delle migliori tecnologie disponibili per la gestione digitale dell’impresa, per l’utilizzo di macchine, soluzioni robotiche, sensoristica, piattaforme e infrastrutture 4.0, per il risparmio dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche, nonché l’utilizzo di sottoprodotti”.

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