Non è un ricettario classico, ma una raccolta dei cibi che la madre e la nonna materna preparavano a casa: lo scrittore e giornalista Giancarlo Montaldo ha scritto “Ricettario familiare sulle colline di Langa” (Nero su Bianco Edizioni, ottobre 2022, pp. 168, prezzo di copertina 17,50 euro) in cui recupera le ricette di famiglia più ricorrenti negli anni tra le due guerre e nel periodo prima del boom economico, fino alla fine degli anni Settanta.
In tutto sono circa 70 ricette, suddivise tra antipasti, primi, secondi, verdure e frittate, salse sughi e ragù, dolci, sottovetro, spuntini e merende, che prendono spunto da vecchi quaderni e alcuni scritti recuperati e attualizzati. Nella realtà, le ricette sono state la motivazione e lo stimolo per ripercorrere un cammino di vita e ritrovare le emozioni e i ricordi di un modo di vivere che oggi non esiste più o che, se sopravvive, lo fa in maniera molto sfumata. Così, ogni piatto è accompagnato da uno sciame di ricordi, di vita vissuta, di tracce di un passato che resta vivo nel cuore, di figure e situazioni che agli occhi di oggi possono anche sembrare fuori dal tempo. Non un esercizio di nostalgia, ma la risposta concreta al bisogno di dare declinazione e sostanza a fatti e situazioni che stavano silenziose nella mente e nel cuore dell’autore. Una risposta tangibile al bisogno di concretezza che si fa strada in un’epoca in cui tutto sembra virtuale e nulla appare così reale da dare segnali di certezza e rassicurazione.
Nel ripercorrere il rapporto con il cibo emergono con chiarezza i tre caratteri essenziali di quella cucina: il legame stretto con la stagionalità, l’origine territoriale degli ingredienti e un modo di cucinare che attribuiva valore al tempo. Infine, in calce a ogni ricetta, c’è il consiglio dell’autore sull’abbinamento con il vino (limitato a quelli piemontesi), anche se ai tempi in cui risale questo ricettario non c’era tutta l’attenzione di oggi per il vino: tutt’al più si accompagnavano i pasti con un Dolcetto, una Barbera o un Nebbiolo.
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