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VINO E IMPRESA

Antinori tra i “big” e Donnafugata tra le “small cap” al top de “LeQuotabili22” di Pambianco

Sul podio delle due categorie enoiche anche Santero e Frescobaldi tra i grandi, e Carpineto e xtraWine tra le realtà più piccole
ANTINORI, CARPINETO, DONNAFUGATA, FRESCOBALDI, LEQUOTABILI, PAMBIANCO, SANTERO, vino, XTRAWINE, Italia
Antinori e Donnafugata al top de “LeQuotabili22” by Pambianco per il vino

La storica Marchesi Antinori, realtà di punta del vino italiano, guidata da 27 generazioni dalla famiglia Antinori, che oggi vede Albiera Antinori presidente, insieme alle sorelle Allegra e Alessia, e all’ad Renzo Cotarella, guidare il gruppo reso grande da Piero Antinori, tra le “big”; Donnafugata, una delle cantine che ha segnato il rinascimento del vino di Sicilia, oggi guidata da Josè e Antonio Rallo, che insieme alla famiglia e al presidente Vittorio Ruggieri, portano avanti il progetto creato da Giacomo Rallo, tra le “piccole”: ecco le migliori nel Pambianco Award “LeQuotabili22”, assegnato alle aziende italiane dei settori “Fashion, Beauty, Design e Wine” che possiedono le caratteristiche economiche, finanziarie e di posizionamento, per essere quotate in Borsa, con maggior successo in un orizzonte temporale di 3/5 anni. Premio che, va detto, non vuol dire che questi aziende siano intenzionate a percorre il cammino della quotazione in borsa, ma che avrebbero le caratteristiche per farlo. E sui podi del vino, insieme ad Antinori e Donnafugata, ci sono anche altre realtà diverse, ma di primissimo piano, del Belpaese enoico. A seguire Antinori, tra le grandi realtà, infatti, ci sono Santero, la celeberrima casa spumantiera di Santo Stefano Belbo, tra le più attive d’Italia nel marketing e nella pubblicità, ed un altro nome che rappresenta la storia del vino italiano e di Toscana come Marchesi Frescobaldi, gruppo oggi guidato da Lamberto Frescobaldi, storia di una famiglia che produce vino da primi anni del Trecento.
Tra le “small cap”, ovvero quelle aziende che hanno un fatturato compreso tra i 10 e i 50 milioni di euro, invece, sul podio enoico di Pambianco, dietro Donnafugata, c’è Carpineto, articolata realtà guidata da Antonio Michael Zaccheo, con cinque tenute toscane nei territori del Chianti Classico, del Nobile di Montepulciano, del Brunello di Montalcino e della Maremma Toscana, ed “xtraWine”, una delle più longeve ed importanti enoteche on line d’Italia. Nel complesso, lo studio ha definito il ranking di 30 realtà del settore fashion, 20 aziende per il design, 10 aziende per il beauty e 10 aziende per il wine.
“Questo premio - ha dichiarato Vittorio Ruggieri, presidente Donnafugata - ci onora ed è un riconoscimento che ci incoraggia a portare avanti con determinazione la visione strategica condivisa con Gabriella, José e Antonio Rallo. Continueremo ad investire per crescere nella qualità attraverso l’acquisizione di piccoli appezzamenti e vigneti di riconosciuto pregio; puntiamo a rafforzare le attività di comunicazione, soprattutto all’estero, facendo leva su ciò che ci rende unici come il legame con il territorio e il dialogo arte e vino; svilupperemo ancora l’enoturismo presso le nostre cinque cantine per offrire esperienze originali e coinvolgenti. Si intende che tutti gli obiettivi che ci poniamo - conclude Vittorio Ruggieri - saranno raggiunti continuando a mettere a frutto il principale insegnamento che ci ha lasciato Giacomo Rallo, fondatore di Donnafugata, e cioè di puntare sempre sulle risorse umane come fattore competitivo di successo”.
Nella definizione della classifica, Pambianco LeQuotabili prende ogni anno in considerazione i bilanci delle aziende non quotate dei quattro settori di riferimento e ordina le società in una classifica secondo il modello di quotabilità sviluppato da Pambianco sulla base dei seguenti parametri: crescita percentuale, ebtitda medio, notorietà del marchio, dimensione, quota export, controllo della distribuzione e fascia di mercato. Nel complesso, spiega Pambianco, l’analisi del 2022 ha studiato un campione che vale 21,9 miliardi di euro nel 2021, in crescita del 27% rispetto al 2020, e supera anche il dato pre-Covid del 2019 di 20,1 miliardi. Oltre al fatturato, anche l’ebitda ha totalizzato un sensibile miglioramento nel 2021, con un valore di 4,8 miliardi di euro, pari al 22% dei ricavi, facendo così meglio del 2019 quando si attestava a quota 18,3% per un valore di 3,7 miliardi di euro. Se si considerano nel dettaglio i singoli settori, si nota una crescita a doppia cifra in tutti i comparti. Nel caso del fashion la crescita si è attestata a +27% (il campione vale 14 miliardi di euro di ricavi). Ancora meglio in termini di variazione percentuale ha fatto il design, dove l’incremento del 2021 sul 2020 si è attestato a quasi il 30% per un giro d’affari complessivo di 4,2 miliardi di euro. Il campione di aziende del wine analizzate ha visto un +28% di crescita dei ricavi mentre nel beauty il progresso è stato del 21%. In termini di distribuzione geografica delle aziende, considerando il panel complessivo delle 70 “big” considerate, vediamo che anche nel 2022 ben 24 aziende hanno sede in Lombardia, 15 aziende in Veneto e 10 aziende in Emilia-Romagna. Complessivamente solo 10 regioni sono rappresentate dai loro “campioni”.

David Pambianco, ceo Pambianco srl, ha commentato: “che l’assegnazione dei Pambianco Award è anche l’occasione per riconoscere e valorizzare la resilienza e la capacità di fare impresa delle nostre aziende. Il valore complessivo delle 70 aziende best in class considerate è risultato non solo in crescita del 27% sull’esercizio precedente, ma, soprattutto, superiore anche al 2019 pre-Covid”.

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