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Il pranzo di Natale take away non è più tabù. Dal vino al menù, il decalogo delle buone maniere

Uber Eats e Accademia Italiana Galateo hanno presentato le regole per gestire gli ospiti e il cibo in pranzi e cene ordinate a domicilio
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Il decalogo delle buone maniere per pranzi e cene ordinate a domicilio

Il segreto per il successo del pranzo di Natale? Inizia dalle buone maniere e, perché no, anche dai piatti che possono essere ordinati dal food delivery, perché cucinare per le feste non deve essere un obbligo. Il tour de force in cucina, se vissuto con poca “leggerezza” e “ansia da prestazione”, può infatti limitare la gioia di un momento di felicità da condividere con la famiglia. “Spesso non abbiamo tempo oppure non siamo bravi in cucina e per questo decidiamo di non invitare parenti e amici”, ha commentato Samuele Briatore, presidente dell’Accademia Italiana Galateo. Eppure il take away ancora oggi è vissuto come “poca cura” verso i nostri ospiti. Ma è proprio cosi? Secondo Jo Bryant, co-autore della guida specializzata Debrett, “se si fallisce nel preparare la cena si può sempre ordinarla e farla portare. Bisogna fare tutto con sincerità ed eleganza’’. Nel 2019 alla Casa Bianca, l’allora presidente Donald Trump, in occasione del ricevimento organizzato per accogliere i Clemson Tigers, i vincitori del Campionato nazionale di football, ordinò centinaia di hamburger, patatine fritte e altro cibo proveniente da alcuni fast food di Washington. Questa decisione attribuita al Shutdown, avrebbe fatto sorridere molti. Trump disse in quell’occasione: “Penso sia il loro cibo preferito. Vediamo come va”. Sappiamo che andò bene. Secondo le dichiarazioni dell’ex chef reale, Darren McGrady, anche la Regina Elisabetta amava il take away. Quando era nella sua residenza a Balmoral inviava un suo incaricato nella vicina cittadina di Ballater per comprare il suo amato fish and chips in un ristorante specializzato. Anche Kate Middleton e il principe Willam hanno dichiarato di mangiare spesso take away, il cibo non viene ordinato a palazzo ma viene, anche in questo caso, inviato qualcuno per ritirarlo.

Focus - Uber Eats ed Accademia Italiana Galateo, il decalogo per gestire gli ospiti e il cibo in occasione di pranzi e cene ordinate a domicilio

1. Chi ospita paga. Quando decidiamo durante le feste o in altre occasioni di ordinare cibo d’ asporto vale la regola che chi pagherà il conto sarà chi decide di ospitare. Le altre persone possono contribuire portando, se concordato, qualche prelibatezza.

2. Take away non vuol dire plastica. Soprattutto nelle feste ricordiamo che l’apparecchiatura della tavola deve essere formale e accurata. Se decidiamo di servire cibo da asporto non vuol dire che la tavola avrà piatti di plastica e tovaglioli di plastica.

3. Il menù decidiamolo in anticipo. Evitiamo di scegliere i piatti quando i nostri ospiti saranno arrivati. Decidiamo noi il menù, premuriamoci nel momento dell’invito di domandare eventuali allergie e intolleranze, poi decidiamo un menù coerente e curato.

4. Attenzione al vino. Dopo aver scelto il menù ricordiamo di scegliere un giusto abbinamento con il vino, se non siamo degli intenditori facciamoci consigliare.

5. Prima è meglio. Meglio lavorare di anticipo, procediamo per tempo a ordinare i nostri cibi, non aspettiamo l’ultimo minuto per evitare cattive sorprese. La consegna meglio se avviene prima dell’arrivo degli ospiti.

6. La presentazione. Il cibo da asporto arriverà confezionato per garantirne una conservazione adeguata, sarà nostra cura però impiattare su piatti di portata adeguati, niente carta, niente alluminio e nessuna confezione arriverà sulla tavola. Quindi se decidiamo di ordinare una lasagna al forno, sarà importante metterle in una teglia di porcellana o in un vassoio.

7. Occhio alla temperatura. Lo sappiamo durante le feste i tempi possono allungarsi, qualche ospite arriverà in ritardo e magari i brindisi aumentano. I cibi possono freddarsi quindi sarà importante accendere il forno preventivamente in modo da portare in tavola i cibi alla giusta temperatura.

8. Take away non vuol dire poca cura. Non essere imprigionati in cucina vuol dire aver più tempo a disposizione da passare con i nostri amici e con la nostra famiglia. La cucina sarà comunque un luogo aperto e fruibile se la cena o il pranzo è famigliare. L’atmosfera a volte conta più di qualsiasi altra cosa.

9. Integrare il menù. Una buona scelta sarebbe quella di integrare il menù da asporto con qualcosa fatto da noi o fatto insieme alla famiglia, magari un piatto legato alla nostra famiglia o magari quella torta che faceva sempre la nonna. Possiamo dedicarci ad un piatto che possa essere quella coccola di quello che oggi amiamo chiamare “confort food”.

10. La tradizione è importante. Spesso quando si parla di take away si pensa a cibo etnico o cibi particolari, nelle feste natalizie evitiamo magari di portare in tavola cibi troppo ricercati o troppo legati allo street food. Pensiamo alla tradizione natalizia e alla tradizione del luogo in cui siamo. Magari se abitiamo a Trento evitiamo di ordinare sushi e se siamo a Taranto magari evitiamo di portare in tavola kebab, a volte rispondere ad un immaginario classico è un gesto di cura per mettere a proprio agio tutte le persone invitate.

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