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In Italia 1 prodotto agricolo su 4 viene raccolto da mani straniere che arrivano da 164 Paesi

Coldiretti per il “click day” dei lavoratori extracomunitari (27 marzo): il loro apporto vale il 30% delle giornate di lavoro necessarie al settore
AGRICOLTURA, Coldiretti, LAVORATORI EXTRACOMUNITARI, Non Solo Vino
I lavoratori extracomunitari nell’agricoltura italiana arrivano da 164 Paesi

In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358.000 lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore. Emerge dall’analisi Coldiretti(su dati Idos) sul “click day”, che scatta il 27 marzo 2023 per l’arrivo in Italia dei lavoratori extracomunitari previsti dal decreto flussi, con il nuovo Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri).
I lavoratori stranieri occupati in agricoltura sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.
Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso, spiega la Coldiretti, della raccolta delle fragole nel veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, agli allevamenti da latte in Lombardia, dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani. Settori che nel 2022 sono andati in difficoltà per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali anche per le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia.
Il nuovo Dpcm di programmazione transitoria dei flussi stabilisce 82.705 ingressi, in aumento sui 69.700 dell’anno precedente, ma le quote per lavoro stagionale, attese principalmente nelle campagne, ammontano a 44.000 unità (contro le 42.000 del 2022) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione.
La vera ed importante novità di questo decreto è la riconferma del rilascio di quote stagionali di ingresso riservate alle Associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22.000 unità (erano 14.000 l’anno prima), a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto semplificazione (Dl 73/2022), sostenuta dalla Coldiretti. Le richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro, che avranno priorità sulla generalità delle istanze, saranno preventivamente verificate dalle organizzazioni professionali stesse che assumono anche l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori, di fatto accelerando l’intero iter della procedura d’ingresso.
Il nuovo Decreto sarà anche l’occasione per sperimentare il superamento del nullaosta, sostituito da una comunicazione allo sportello unico per l’immigrazione da parte del datore di lavoro contenente la proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato, che verrà immediatamente trasmesso all’ambasciata italiana all’estero per più tempestivo rilascio del visto di ingresso.

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