“Il settore fieristico italiano impiega 190 imprese e 3.700 addetti ed esprime un valore di 1,4 miliardi di euro l’anno. È uno straordinario vettore di crescita per le imprese del made in Italy ancora però poco presente all’estero, dove gli attori italiani sviluppano in media meno del 10% dei loro ricavi complessivi; per questo la sfida, già nel medio termine, consisterà nella creazione di uno strumento in grado di assecondare la crescita delle manifestazioni leader fuori dai confini nazionali”. È la chiamata all’internazionalizzazione del settore di Maurizio Danese, presidente Aefi (Associazione Esposizioni Fiere Italiane), oggi, al Tempio di Adriano, a Roma, nella “Giornata Mondiale delle Fiere” e dei 40 anni dell’Aefi, che rappresenta gli interessi del sistema fieristico nazionale e conta 50 associati con 42 quartieri, dove si svolgono oltre 1.000 manifestazioni all’anno su una superficie espositiva totale di 4,2 milioni di metri quadrati, e 10 organizzatori.
Lo spunto è lo studio realizzato da Roland Berger per Aefi (e presentato oggi al comparto in presenza dei Ministri del Turismo, Daniela Santanchè, e delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso). Nel documento, condiviso nella sua strategia dall’Aefi e ora al vaglio dei player di settore e istituzionali, la ricetta per favorire il salto di qualità internazionale passa dalla “Call to action”, avviata oggi. Gli step successivi previsti riguarderanno l’adesione degli operatori fieristici e delle principali rassegne a una piattaforma (“Club deal”), l’elaborazione di un programma condiviso con la definizione degli incroci strategici e il matching manifestazioni/Paesi-obiettivo, la quantificazione degli impatti economici e degli investimenti, anche in ottica di acquisizioni, il coinvolgimento delle istituzioni (Ministeri competenti, Ice, Simest).
Il “Club deal”, secondo il documento Aefi/Roland Berger, sarà una piattaforma aperta a tutte le manifestazioni internazionali leader del prodotto-Italia con un duplice obiettivo: assecondare ancora di più la crescita delle esportazioni e consolidare una presenza della quarta industry fieristica mondiale anche grazie a finanziamenti a supporto dello sviluppo globale del brand tricolore. Una regia unica, coordinata e condivisa da tutti i player che saranno liberi di partecipare o meno a iniziative - anche comuni e suddivise per filiere - in funzione delle loro scelte di portafoglio.
“L’obiettivo - ha detto Danese - è accompagnare le nostre imprese nel mondo sotto un’unica bandiera e colmare il gap internazionale del nostro sistema per condurlo sui valori di Francia e Germania, le cui manifestazioni all’estero incidono quasi per il 30% del fatturato complessivo”.
Secondo Francesco Calvi Parisetti, partner Roland Berger Italia, “quello fieristico è un sistema che garantisce alle aziende italiane uno strumento a basso costo in grado di fornire un’elevata esposizione verso l’estero grazie agli eventi internazionali leader organizzati in Italia. Se da un lato resta dunque indispensabile continuare a sostenere le manifestazioni nel nostro Paese, dall’altro, invece, diviene sempre più cruciale supportare il rafforzamento internazionale degli attori anche al di fuori dei confini nazionali. Le fiere devono divenire sempre più una leva di politica industriale per il Paese, a supporto delle filiere d’eccellenza del made in Italy. Per questo è fondamentale non perdere ulteriore terreno rispetto ai Paesi competitor e provare a colmare il gap sull’estero con un’azione coordinata di sistema”.
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